Ci sono alcuni paradossi nella recente proposta di ritorno al maestro unico che possono suscitare ilarità. La motivazione ufficiale di questo ritorno è quella secondo la quale in questo modo i bambini hanno un punto di riferimento e una guida. Motivazione che è ulteriore e più fondamentale rispetto a quella dell’insegnante come professionista degli apprendimenti. Parola, quest’ultima, quella di professionista, espunta a favore di quella di vocazione. Ma da dove arriva la chiamata? Non si sa e ce lo dovrebbero dire. E in ogni caso si dovrebbe pensare che vocata alla chiamata debba essere anche la Ministra dell’Istruzione, che siamo certi, in sintonia con questa chiamata, preferirebbe a questo punto farsi chiamare Ministro dell’Educazione (quella vera, monopolio dei soli chiamati, nuova schiera di eletti !).
Questa breve premessa ci serve per ritornare ai nostri paradossi. Come si concilia il maestro unico con gli asili nido e le scuole dell’infanzia che hanno degli educatori plurimi?
E pensare che fino a non molti anni fa quando gli asili nido erano invisi ai molti sostenitori attuali della famiglia venivano schierati in campo psicoanalisti vari per spiegarci l’indispensabilità e l’unicità della figura materna. – (leggi tutto, se ti va) ->