
Non so se è una rivoluzione o un espediente per contenere la spesa pubblica oppure un modo per concretizzare la scuola dei ricchi e degli impoveriti, ma la riforma della scuola elementare (a partire dal prossimo anno) che in queste settimane abbiamo sentito sussurrare credo meriti più attenzione e chiarimenti pubblici.
Ho bisogno di informarmi e di essere informato.
Mi sembra che – almeno sino ad ora – questo non stia avvenendo (e non mi sia permesso) con la dovuta completezza e chiarezza.
Il maestro unico, l’abolizione del tempo pieno, ben più che il ripristino del voto in pagella o del grembiulino con il fiocco, (questi ultimi ampiamente sviscerati e strillati dai mass media) siano il cuore e la cartina di tornasole per capire noi adulti, la politica, che scuola vogliamo avere, che scuola vogliamo mettere a disposizione dei nostri figli e, conseguentemente, che futuro vogliamo costruire per la nostra collettività.
Mi sembra, sinceramente che questa riforma, queste scelte politiche siano, finora, sottovalutate. Vorrei insomma capire e conoscere le opinioni di altri, ovviamente ed innanzitutto credo sia ottimale sentire maestri e maestre che oggi vivono la scuola e le loro idee, impressioni, esperienze, visto che saranno poi chiamati ad applicare questa riforma.
Chiedo quindi che la stampa cartacea e online, valuti la possibilità di dare voce, raccogliendole e sollecitandole, le opinioni dei docenti, quelli comuni, di base, del territorio e non tanto, o solo, dare spazio a comunicati stampa fotocopia dei rappresentanti sindacali che, mi sembra, siano ormai costruiti sempre più in tono di propaganda. E successivamente sentire anche i genitori, le famiglie che, volenti o nolenti – se non torneranno protagonisti nella vita sociale e nella partecipazione attiva – saranno costretti ad adeguarsi anche a questo.
Il quadro è forse allarmante, c’è necessità di pluralità di informazione, di un ruolo attivo di ri-alfabetizzazione che dia chiavi per comprendere il futuro della società e su che modello la si vorrà – vuole – costruire. E le fondamenta sono la famiglia e la scuola, a partire soprattutto da quella elementare
Oggi a me sembra che la politica con questa riforma della scuola metta in pericolo
1) posti di lavoro qualificati di insegnanti con l’introduzione del maestro unico;
2) la tranquillità famigliare ed il suo sostentamento riducendo le ore settimanali di didattica togliendo il tempo pieno,
3) ridimensioni, semi-azzerandola l’offerta formativa, creando nei fatti percorsi differenti per ricchi e per impoveriti,
ma soprattutto, e questo credo debba allarmare una società civile e almeno minimamente illuminata che, questa classe politica, per risparmiare soldi pubblici, scaricandone i successivi oneri poi sulle famiglie, abbia – come suo solito – volutamente penalizzato il soggetto più debole del provvedimento, ed in questo caso anche centrale. L’alunno, il bambino.
Questo Paese – e non questa scuola – è così sfasciato che si vanta di sequestrare ai piccoli propri figli la loro feconda armoniosità di un ambiente formativo di qualità. Ma è mai possibile che non ci sia nessuno che gli dica qualcosa, lo soccorra, gli impedisca di farsi anche questa volta del male?