Archivi categoria: Campagne

AVVISO DI INSURREZIONE parte XVIII: Violenza non violenza

Autorevole orazione ieri sera alla taverna dei cattivi non violenti da parte dell’autorevole alcolista riguardo il controverso periodo storico che stiamo vivendo.

Cambiamento, cambiamento, cambiamento. Ormai se ne sono accorti tutti: viviamo in presa diretta un’epoca di trasformazione storica, che avrà importanti riflessi in ambito sociale, economico, politico. Sarà certamente interessante il compito degli storici che indagheranno le cause di questa metamorfosi, rintracciabili a mio avviso nel cedimento strutturale del sistema finanziario mondiale unitamente a quella straordinaria innovazione tecnologica, impensabile nelle sue funzioni virtuose fino a un decennio fa, che è il web. E’ tesi condivisa che questo mezzo abbia avuto un ruolo fondamentale nelle recenti svolte politiche come l’elezione di Obama (di per sé un’inattesa novità a prescindere dai successivi atti della sua amministrazione), le rivolte del maghreb e i sorprendenti risultati delle consultazioni italiane.
La società dello spettacolo per come l’abbiamo finora conosciuta, fondata sul predominio ultra controllato del sistema televisivo, attraversa la sua prima grave crisi. Il punto è vedere come ne uscirà. Credo che su questo punto molto dipenderà da noi, poiché per quanto riguarda ‘loro’, i detentori del potere, il pessimismo della ragione ci suggerisce che la reazione sarà esa-sperata, cioè senza speranza, cioè violenta. Continua la lettura di AVVISO DI INSURREZIONE parte XVIII: Violenza non violenza

AVVISO DI INSURREZIONE parte XVII: Bei tempi

Sconclusionata prolusione ieri alla taverna dei cattivi nostalgici da parte del noto tizio, non appena si era ripreso dalla consueta mezz’oretta di coma etilico:

Bei tempi quando c’era Berlsuconi. Bei tempi quando c’era quel formidabile catalizzatore di masse, pronte a scendere in piazza non appena si ravvisasse lo spiraglio per la ‘spallata’, poiché  quello era il nostro sogno.

Non molto diverso dai sogni somministrati dal berlusconismo.

Sogni adolescenziali, mediocri; la moto, la figa, l’auto, soldi, carriera: cazzate alla portata di tutti. Sogni piccolo borghesi, impartiti e impressi nelle nostre menti da trenta anni di tv commerciale, di cinematografia americana alla M.J. Fox, sedimentati, anzi bloccati come dal telecomando di mysky, congelati, ibernati dai primi anni ottanta. Bei tempi di merda quando c’era Berlusconi. Ho avuto vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita. Ora cambia tutto. Via il Cinghialone, via il Divo , via il Papi. E ora che abbiamo cacciato via tutti, che aspettiamo il ritorno dei veri buoni genitori, non riusciamo a renderci conto che non arriverà nessuno, perché i genitori ora siamo noi (D.F.W.). Volevamo la novità vera, l’esperienza forte, inaudita, eccola: tocca a noi.

Tocca uscire dalla minorità kantiana, non agitando Kant come fanno Eco e Ferrara facendone a loro volta un ulteriore feticcio, ma prendendo coscienza della forza delle masse, come fanno i proletari tunisini e egiziani. Continua la lettura di AVVISO DI INSURREZIONE parte XVII: Bei tempi

PRIMA PERSONE:IO LI OSPITO

Sembra che sfugga sempre l’aspetto primario quando si parla di migranti ed anche in questi giorni che tiene banco, sulla stampa ed in tv, l”invasione” di 30 di essi nella solidale terra lecchese.

Terra ricca di associazionismo, di opere caritative, di fraterno cristianesimo e rivendicato comunismo terzomondista ma  immune dall’elaborare.

Sfugge, almeno sembra, che migranti, richiedenti asilo, sui barconi o sulla terra ferma di Lampedusa o Lecco che dir si voglia, sono Prima Persone. E se l’Europa è una fortezza, e per molti una prigione, l’Italia può, se ce lo dimentichiamo in troppi, essere peggio di un incubo: può essere un brutto risveglio.

La frontiera non è più un luogo: è una colpa, una condanna, qualcosa che chi ha avuto la sfortuna di incontrare non si toglierà mai più di dosso.

Oggi nel massimario minimo a pag. 47 della Provincia di Lecco, c’è una frase illuminante di Papa Giovanni XXIII “Il superfluo si misura dal bisogno degli altri”.

E’ emblematico, mi sia permesso, che si trovi nella stessa edizione che riporta, come se fosse una condanna, che i profughi, o meglio i richiedenti asilo, ci costano 1200 euro al giorno. Che tra l’altro fanno 40 euro a testa. Una cifra che evidentemente la solidale terra lecchese, ricca di associazionismo, di opere caritative, di fraterno cristianesimo e rivendicato comunismo terzomondista è impossibilitata, nella pratica, a sostenere.

Bisogna tenere a distanza gli indesiderabili. Non è più Pasqua e non è ancora Natale. Uno sguardo che non guarda. La cronaca esibisce il suo catalogo di ecatombi, le tecnologie della comunicazione ce le mettono a disposizione, in versione da telegiornale, il più delle volte da dibattito pre-elettorale che è la politica perenne di casa nostra, ma c’è una costante, un elemento comune a tutti quei massacri ed è che si tengono sempre ad una certa distanza dalla mia, e dalla nostra, tavola. Sono fatti che accadono da qualche parte che a buon diritto possiamo chiamare “altrove”. Magari alle porte di casa, come le guerre nell’ex Jugoslavia, nei Balcani o, appunto, nell’Africa mediterranea, ma insomma non proprio “qui”.

“Qui” è una parola ambigua, difficile da definire se ci mettiamo d’impegno. Un incidente finanziario a Wall Street, per i suoi effetti, ha molte più probabilità di rappresentare qualcosa che accade !qui!, nella mia, nella nostra vita, di quanta ne abbia ciò che avviene in campo della protezione civile a 2 km da casa mia che ospita richiedenti asilo, o in una coda vergognosa e umiliante davanti agli uffici della Questura cittadina. O a un miglio dalla spiaggia delle mie, nostre vacanze.

E quindi totalmente indifferenti, mera questione di sostenibilità economica, di panico per 40 euro al giorno che la solidale terra lecchese, ricca di associazionismo, di opere caritative, di fraterno cristianesimo e rivendicato comunismo terzomondista è impossibilitata, nella pratica, a sostenere.

Ed allora è necessario, direttamente, collettivamente, immediatamente, assumersi la propria parte di Opera – la Torah dice infatti che non ti è imposto di completare l’opera ma non sei libero di sottrarti – e sollecitare, nel concreto, la solidale terra lecchese, ricca di associazionismo, di opere caritative, di fraterno cristianesimo e rivendicato comunismo terzomondista a mettere a disposizione, per latri richiedenti asilo, le proprie sedi, le proprie case, i propri risparmi, per ospitare, con il ordinamento dei Comuni, delle Autorità le persone che fuggono da guerre e da carnefici, che affrontano la nostra frontiera, che se la sentono addosso.

“Io li ospito…” è dare ognuno, famiglia e realtà organizzata, la propria disponibilità all’accoglienza e/o al sostengono economico. Io li ospito e tu?

RESTIAMO UMANI

barbara e paolo

AVVISO DI INSURREZIONE parte XV: Circolo Vizioso

Prevedibile serata ieri alla taverna dei cattivi pacifisti, dove il noto tizio non ha nemmeno avuto bisogno di bere un cicchetto per esprimere un semplice concetto:

Penso che da cittadini occidentali dovremmo finirla di sostenere i nostri governi, non certo col voto, ma anche con il consenso di massima strappato sull’onda dell’emergenza allorquando ci vediamo ‘costretti’ a bombardare, con il generale americano Prosciutto (sembra di stare in Catch 22) che con involontario umorismo dichiara che si cercherà di ridurre il numero di vittime civili.

E’ ora di finirla di alimentare questo circolo vizioso; di sopportare questi governi che giocano all’apprendista stregone, alleandosi e allevandosi serpi in seno come Bin Laden, Saddam, Gheddafi per poi scaricarli e rinnegarli quando ne perdono il controllo.
Capirei se dicessero scusate, abbiamo sbagliato ad appoggiare, finanziare, armare tiranni sanguinari per sostenere l’assurdo, grottesco, parossistico stile di vita occidentale. Adesso che la cacca è uscita dal cavallo cerchiamo con ogni strumento che abbiamo a disposizione, compreso la forza, di rimetterla dentro. Ma appena rimediato ci leviamo di mezzo, talmente gravi sono stati i nostri errori strategici sotto il profilo politico, storico, umano.

Tuttavia tutto ciò non solo non sfiora le loro testoline, ma pretendono pure di rafforzare il loro potere chiedendo che venga loro riconosciuto il merito di aver domato l’incendio che essi stessi hanno appiccato (e manco ci riescono: vedi Iraq, Afghanistan).
Certo, non bisogna avere paura di sporcarsi la coscienza sostenendo il ricorso alla forza, quando è necessario. Tutto sta a vedere nei confronti di chi e perché, per che cosa.
In definitiva, ci troviamo di fronte a un circolo vizioso. E sapete dove conducono i circoli viziosi?
Quando ci si trova davanti a un circolo vizioso c’è solo una cosa da fare: interromperlo.

dal nostro incommensurabile, splendente Pococurante

oggi M’ILLUMINO DI MENO, e poi anche domani….

L’enfasi con cui gli Enti aderiscono ogni anno alla bella iniziativa “Mi illumino di meno” è un segno che va sottolineato come buon auspicio. In questi anni Lecco non ha mai mancato.

Ha mancato, però, di dar seguito a questa giornata, delegando sempre ai soli cittadini, ai soli privati, le buone pratiche per rendere più sostenibile la nostra città. Non si è mai assunto a livelli di Ente pubblico, impegni misurabili e palesi, per scelte autonome. Non l’ha fatto con le passate amministrazioni, per altro mai pungolate, sollecitate, aiutate, dall’allora opposizione dentro/fuori il Palazzo. Non sembra, a parti inverse, che lo stia facendo questa nuova. Ovviamente sto parlando di un’assunzione di impegni misurabili, programmati, verificabili dai cittadini. In fin dei conti è quasi un anno che stanno governando questa città. Alcuni segni, svolte, esempi, dovrebbe essere lecito vederli.

Diversi Enti che anche aderiscono a “M’illumino di meno”, hanno già buone pratiche virtuose, qualcuna pure di rapida e facile attuazione, che non sembra alberghino nella nostra. Solo per citarne alcune (10) che trovate anche qui di lato a sinistra, permanentemente:

1) Ecofeste comunali: cioè un regolamento, vincolante, dove riduzione dei rifiuti, utilizzo di stoviglie lavabili, di prodotti locali, di acqua di rubinetto ecc. sono la precondizione per le necessarie autorizzazioni. Continua la lettura di oggi M’ILLUMINO DI MENO, e poi anche domani….

LA FEBBRE DEL GIOCO: la fronte scotta, il malato è grave

La febbre del gioco evidentemente è il sintomo di una malattia che ha colpito e colpisce anche i lecchesi che nell’anno appena passato hanno speso fra lotto, superenalotto, bingo e gratta e vinci ben 98 milioni di euro

Sensibilmente meno dell’anno precedente ma pur sempre vicino ai 100 milioni di euro. 200 miliardi di lire. La fronte scotta. Il malato è grave. 200 miliardi di lire sono, se ci fermassimo anche un secondo solo a pensare, una cifra spaventosamente alta. Che i lecchesi spendono ogni anno alla ricerca dell’azzardo, della scommessa, dell’attesa di una somma di danaro.

Un filo che sembra sempre di più un cappio. Che toglie ossigeno al cervello. A livello nazionale lo stringono ancor più velocemente. Dai primi dati, c’è stata una crescita del 13% sull’anno precedente sfondando i 61 miliardi di euro di spesa. Di Euro. Euro!! (61,4mld) Tre o quattro finanziarie in una volta sola. Se ci fermassimo anche qui un secondo solo a pensare, forse tutto sarebbe chiaro e allarmante. Oltre il 3% del Pil della ricchezza Prodotta.

Sarò ripetitivo ed insistente ma anche quest’anno lo sento doveroso. Anche a limitarci al lecchese ed ai nostri 100 milioni di euro, 200 miliardi di lire forse è bene che la stampa tutta smetta di pubblicizzare questa rapina legalizzata, questa tassa sugli allocchi, queste vincite specchietti e sostenga invece un ragionamento e un impegno civico. Faccia informazione e opinione.

La stampa locale dovrebbe per esempio, con cadenza mensile, creare un piccolo box, una piccola finestrella, non invasiva ma permanente, dove evidenziare quanti soldi gli italiani e i lecchesi hanno speso – e stanno spendendo – nei giochi e scommesse le rapportarli ai servizi, ai beni che era possibile collettivamente disporre spendendo appunto altrimenti queste risorse. Ci si potrebbe avvalere, per esempio, delle proposte, opere, servizi, al servizio della collettività, che un singolo Comune/Ente deve invece accantonare perché non ha soldi. Per colpa di Tremonti, della crisi ma non solo, appunto.

Questo sarebbe utile perché dimostrerebbe, dimostra, agli occhi di molti come si sperpera il denaro, che è si di ognuno, ma che potrebbe avere un beneficio condiviso, che eviterebbe, tra l’altro, molte lamentele sulla carenza di servizi che diffusamente si sentono.

Si pensi al tanto, solo a parole, evocato federalismo solidale, a quanti danari, ogni giorno, tutti i giorni, una città, un territorio, come Lecco (ma vale per Como, Sondrio, Varese ecc.) potrebbe raccogliere per opere e servizi di utilità diffusa, a beneficio anche di chi egoisticamente pensa di vincere milioni di euro tutti per se.

Si potrebbero valutare, sostenuto dalla stampa e dal Comune e altri Enti locali, con un percorso di partecipazione diffusa, l’individuazione di determinate priorità e, con percorsi trasparenti e misurabili, far confluire lì le risorse invece ora inghiottite, sperperate, nelle scommesse.

Il beneficio che ne trarrebbe una comunità locale, per esempio, con nuovi asili pubblici, nuovi attrezzi ecologici e salubri in un campo giochi cittadino, uno scuola-bus, una riduzione del ticket dei mezzi pubblici cittadini, un appoggio agli anziani con servizi mirati,  il sostegno ad un progetto imprenditoriale, sarebbe palesemente notevole. E facilmente praticabile.

Certo è bene ricordare che i servizi pubblici sono già dovuti con il pagamento delle tasse e non si può aspettare né carità né beneficienza per averli, però qui è importante anche un percorso educativo. Non mi sembra così impraticabile, vero?