Archivi categoria: Proposte Locali

SEMESTRE BIANCO locale

imageCredo che serva una specie di semestre bianco per una corretta valutazione sull’operato delle amministrazioni in procinto, appunto più o meno fra 6 mesi, al rinnovo elettorale.
Vale anche per Lecco.
Tolto l’aspetto etico e giudiziario, che vale fino all’ultimo giorno, ora o secondo che sia, l’operato di una Amministrazione in carica da quasi cinque anni – e ovviamente anche delle relative opposizioni – credo debba essere valutato su quanto fatto, o non fatto, promesso o non mantenuto entro i sei mesi prima del voto.
Si sterilizzerebbero così le retoriche elettorali, le opere iniziate a ridosso della campagna elettorale per quei voti in più. Le iniziative di propaganda.
Ma soprattutto, con un semestre bianco, si avrebbe tempo per una discussione e dibattito civico reale e si vedrebbe così più chiaramente cosa è stato fatto per i cittadini.

Oggi vedremmo che l’addizionale Irpef comunale che avevano promesso di togliere è ancora lì, più cara del solito, che il nuovo canile non c’è e si è fatto un pasticcio con quello vecchio. Che la partecipazione civica tanto sbandierata è rimasta, volutamente, solo sulla carta e sul tavolo degli amici. Che si sono spesi centinaia di migliaia di euro per un pugno di biciclette e si son tagliate le corse dei bus. Che il Bione è sempre più vicino al ricordo della vecchia ruera. Che Villa Manzoni non è crollata solo per caso e non per manutenzione.
Che i servizi sociali han sempre meno soldi e le associazioni e coop amiche sempre più contributi. Che le rette degli asili restano le più care d’Italia e le scuole paritarie le più finanziate. Che il turismo è autogestito dai turisti e da qualche commerciante.

Che in maggioranza qualcuno che si spacciava per nuovo e concreto si è limitato a pulire un paio di monumenti ed a continuar a far pagare caro le tasse ai lecchesi. Il mercato è rimasto dov’era, il depuratore puzza uguale e nemmeno mezza idea di un disegno di città. Un semestre bianco aiuterebbe a ragionare su quello che potevano fare e non han fatto, su quello che le opposizioni potevano proporre -dentro e fuori il Palazzo- e non han fatto.
Un semestre bianco che evita i trucchi dell’ultimo minuto. Gli Achille Lauro del lago, isole comprese.

ma non E’ TEMPO DI ECOFESTE??

imageÈ tempo di sagre e feste di quartiere ricche di sforzo organizzativo lodevole. Questo, credo, va integrato con la promozione di pratiche ecologiche sostenibili, non più rimandabili.

Un’Amministrazione attenta alla qualità della vita dei cittadini non troverà difficoltoso mutuare, anche sull’esperienza di altri Territori, metodologie per concretizzarle. Qui da noi, questo, tarda. Eppure non è complicato. Per queste sagre che l’Ente promuove, Patrocina o semplicemente autorizza – si dovrebbero prevedere una scrupolosa raccolta differenziata di plastica, vetro, carta e lattine; la separazione degli oli di frittura; una riduzione dei rifiuti (la vera salvezza). Questo attraverso anche l’accorgimento di prevedere bottiglie d’acqua con vuoto a rendere o, meglio, l’esclusivo uso dell’acqua in caraffe. È evidente poi che l’utilizzo dell’usa&getta lasci dietro di sé una montagna impensabile di rifiuti. (Che sono disdicevoli anche se non li vediamo abbandonati per strada).

La sua sostituzione, con stoviglie e posate riutilizzabili, o, in subordine, in materiale biodegradabile, è prioritario. Doveroso. Vincolante.

Non più rinviabile.

Incentivare, attraverso facilità di permessi e minori tasse, l’utilizzo di prodotti locali e biologici, e ancora, l’uso del materiale infopubblicitario su Carta Ecologica è poi un ulteriore passo, che male non fa.

La promozione di incontri con i vari organizzatori per cercare supporto è un auspicio che dobbiamo augurarci il Comune faccia, creando così gli strumenti perché ciò porti alla costruzione, possibilmente condivisa, di un Regolamento, vincolante (o incentivante), per la concessione dell’autorizzazione alle sole Sagre che rispondano a questi criteri eco-sostenibili.

Un atto necessario, culturale e politico. Non solo per il Comune, ma anche per gli organizzatori (gruppi, parrocchie ect)

Se qualcuno c’è, batta un colpo.

LA FINTA DISPUTA SU VILLA MANZONI

imageSebbene sia venduta come una disputa dopo i recenti 500.000 euro dati dallo Stato, Villa Manzoni non è vero che divide maggioranza e opposizione. É un bluff che ci si vuol dare a bere. Che dura ormai da anni.
Quando parlano di turismo, soldi ed Expo su Villa Manzoni ogni volta sembra di essere sempre all’anno zero.
Oggi arrivano questi soldi e la maggioranza si esalta come avesse trovato la vena aurea, l’opposizione ricorda che in realtà ne servono 5 volte tanti.
É una recita.
Un assessore ieri portava il secchio sotto il tetto della Villa, oggi si scopre che non ha mai sfruttato le proroghe concesse della Regione per dargli valore.
Da una vita stan per crollare perfino i piloni dell’ingresso, si limitano a dipingerne le assi che li ingabbiano.
La scusa per ogni evenienza, anche per nasconder l’inerzia, è il Patto di stabilità.
Per far manutenzione, è da oltre 20 anni che non si fa, il Patto non c’entra e non impedisce un bel nulla. Ma silenzio da maggioranza e opposizione. Meglio sprecar soldi con bici e mance alle associazioni amiche.
 Villa Manzoni non è in quello stato solo per colpa del Patto di Stabilità.
La strada c’era.
Si poteva, doveva, scegliere, da tempo, per esempio di applicare una tassa di scopo – in primis su banche, seconde, terze case ect. – ricavandone così denari per iniziare il recupero e la riqualificazione.
La tassa di scopo è sempre stata una tassa giusta. Perché è una leva tributaria “a tempo”. Già gli scorsi anni prevedeva la restituzione dell’importo ai cittadini se l’opera finanziata non fosse stata completata.
Prima era un’addizionale sull’Irpef ora è passata all’Imu. Ai politici, tutti, serviva solo un abaco. Non han fatto e ascoltato nulla. E si vede. È per questo che la divisione è solo un bluff.
Nelle famiglie le emergenze si affrontano quando ci sono. E pure le opportunità.
In Comune no. Rimandano. Per salvare Villa Manzoni aspettano che si muova qualcun altro. Che arrivi da fuori. Nessuna idea. Nessuna tassa di scopo. Nulla. Da nessun partito.
E ultimo ma non ultimo, quali sono percorsi, iniziative, programmi culturali, turistici, enogastronomici, in una parola promozionali e continuativi, che in Comune han messo in campo per sostenere questo Bene pubblico e Tesoro?
Per l’assessore Tavola la priorità, la perla, però é l’Isola privata Viscontea, guardacaso del suo partito.
Così la casa che fu del giovane Manzoni versa ovunque nel degrado, in attesa di un intervento. Del resto i soldi del progetto di restauro del 2005 sono stati dirottati su altri progetti: prima lo stadio, poi il depuratore, adesso il tribunale. Pare che l’ultima speranza per la villa sia l’Expo 2015, ammesso che si faccia.

PICCOLA IDEA ROMANTICA: una stazione di libro (e non solo lì)

 bookcrossing

Sta diventando un classico, per nulla un best-seller.

Ogni anno scrivo la stessa lettera, a volte più o meno a ridosso della “Settimana della Cultura e del Libro” promossa da Confcommercio Lecco. Tutti gli anni, c’è una certa attenzione, una certa condivisione. Finita la settimana, chiuso il libro, accantonata la proposta.

Eppure è semplice, serve più coordinamento tra Enti che soldi.

Soldi forse non ne servono per nulla.

La proposta è: “Una stazione di libro”.

Una stazione di libro potrebbe essere, senza voler dettare agende a nessuno, un modo per affiancare queste giornate di promozione con un servizio concreto e continuativo che prosegue anche dopo.

Da questo piccolo ragionamento sono partito per una piccola proposta, soprattutto romantica, e, appunto, senza particolari oneri.

Quella di proporre d’installare nelle sale d’attesa delle stazioni ferroviarie del territorio una piccola mensola con dei libri a disposizione, gratuitamente, dei viaggiatori. Credo sia molto meglio di quella free-press, giornali gratuiti pieni di pubblicità, che ne invadono le banchine.

(La immaginerei anche in qualche punto della città: sotto i portici del Palazzo delle Paure, nella hall dell’Ospedale, nell’androne del Palazzo municipale, alla pensilina coperta di qualche fermata dell’autobus, in un plexiglass a fianco dei monumenti cittadini – con riferimenti allo stesso)

Potrebbe essere un servizio che i vari Comuni, le Biblioteche e le stesse librerie mettono a disposizione attingendo dalle giacenze e disponibilità in Biblioteca, o in libreria.

Edizioni doppie, da “scartare”, donazioni ecc.. che invece in mano al viaggiatore (e/o cittadino/turista) ritrovano vita e utilità.

Potrebbe essere un autogestione degli stessi viaggiatori, non lasciando il libro, fintamente dimenticato, sulla panchina. Libri che possono essere letti durante l’attesa del proprio treno (o in giro per Lecco) e poi riposti, ma anche presi in prestito, con un rapporto implicito fiduciario, senza nessuna registrazione, portati a casa e resi dopo la lettura.

In quella stessa stazione o in un’altra.

Il viaggiatore può anche riporre sulla mensola i suoi libri che ha già letto e che, se in buono stato, contribuiscono ad alimentare questo scambio. Senza ingolfare la sala d’attesa, bastano, credo, in media una decina di libri inizialmente, ci accorgeremmo che prendendo un libro… il tempo vola.

Ed il treno è quasi subito qui.

Si tratta di una “piccola idea romantica” ma anche un piccolo servizio concreto e continuativo.

Da promuovere anche, perché no, con iniziative durante l’anno.

Letture condivise, presentazione di un libro….

Ci sono degli interessati, quest’anno?

CANTIERE-SCUOLA ANAB 4/5 APRILE A LECCO: TECNICHE IN CALCECANAPULO

VeIMG_2333nerdì e sabato 4/5 aprile prende forma a Lecco un CANTIERE-SCUOLA,

Un seminario di approfondimento sulle Tecniche in Calcecanapulo. (qui il programma Anab)

Detta così forse può voler dire poco o nulla.

Credo però che possa essere spiegato in due modi.

Quello più ordinario da brochure istituzionale:Il cantiere-scuola di venerdì e sabato a Lecco è un approfondimento teorico e alla sperimentazione diretta di tecnologie costruttive, metodi di rilevamento, utilizzo di materiali, prodotti e componenti per chi conosce, o vuole conoscere, la bioarchitettura e la bioedilizia. Un Cantiere-Scuola per addetti ai lavori: Architetti, muratori, ingegneri, studenti universitari e via di questo passo.

Si può, però, spiegare anche in altro modo, parlandovi del perché sono contento che si faccia nel Cantiere edile in atto nella nuova casa della mia famiglia.

Raccontandovi, in poche righe, di quando abbiamo scelto di comprare quella casa e del perché non potevamo che ristrutturarla, farla rinascere, per poi viverla partendo e percorrendo l’unica strada logica. La strada della bioarchitettura, della bioedilizia.

Del rispetto.

Era il 22 novembre 2012 quando abbiamo firmato il preliminare d’acquisto. Compiva gli anni mia moglie Barbara. E’ stato un dono per entrambi. (Anche per la proprietaria, ma questa è un’altra storia).

Il 10 dicembre 2012 abbiamo firmato l’Atto d’acquisto dal notaio. Quel giorno avrebbe compiuto 91 anni mio padre.

Il 19 aprile 2013, il giorno del mio 43° compleanno, ci comunicano che, il giorno prima, la Commissione paesaggistica del Comune di Lecco aveva dato il suo preventivo parere favorevole al Progetto di ristrutturazione.

Il 14 ottobre 2013 l’architetto Sabbadini di Disstudio e l’Impresa edile LMB han posato il primo simbolico mattone ed aperto il Cantiere. Durata prevista 365 giorni. Con un bonus contrattuale di 10 giorni. Fino al 24 ottobre. Giorno del nostro 16° anniversario di nozze.

Una serie di date, di ricorrenze buone e quindi di storia, di memoria.

E la memoria aiuta a guardare e proteggere il futuro.

Farsi carico dle proprio pezzetto di futuro. In mezzo offerte di acquisto da parte di chi lì ci vedeva palazzi e parcheggi multipiano: “un giardino con terreno edificabile che è un peccato non sfruttare e lasciare solo a verde in quella posizione”.

Oggi simbolicamente van buttati giù i Palazzi mentali del Potere che solo di riscaldamento bruciano ogni giorno l’aria e la natura di mezzo pianeta, Palazzi e potere che sono loro stessi ad impedire che circolino aria e luce.

Oggi è fondamentale, appunto non solo per le case, ma proprio come forma mentis mutuare quello che ci insegna la biorchitettura.

La Bioarchitettura ci insegna che è importante abitare secondo regole semplici e salubri. E magari in luoghi che ci rassomigliano.

Per questo noi abbiamo scelto di avvicinarci e scegliere un percorso di bioarchitettura e bioedilizia. Per la nostra casa. Ma non solo.

E’ per questo che siamo contenti che un Cantiere-Scuola che ha lo scopo di diffondere e far conoscere queste tecniche, questi materiali, queste soluzioni si faccia sull’esperienza in corso della nostra casa. Certo nel Cantiere Scuola del 4 e 5 aprile si parla di case ma sono tanti i luoghi che meritano di rassomigliarci.

Come diceva Mauro Rostagno: “Noi non vogliamo trovare un posto in questa società, ma creare una società in cui valga la pena trovare un posto”.

E chi non vuole abitare e lottare per cose così?

DSCN0499IMG_1052DSCN0526DSCN0617

 

ILLUMINATEVI DI MENO. E’ UN ORDINE

 millumino-di-menoDovete illuminarvi di meno.

Il Comune di Lecco pretende dai piccoli cittadini delle scuole, che facciano quello che non fa lui.

L’illuminazione pubblica a led, lampioni e semafori in primis.

Percorso che farebbe risparmiare soldi rapidamente, ma mai messo in pratica.
Contattare le E.s.co, società, diffusissime in Europa, che studiando gli sprechi della “macchina comunale” in termine energetico, intervengono a ridurli ed eliminarli,

trattenendo come proprio guadagno, per un certo numero di anni concordato, parte dei soldi risparmiati dal Comune eliminando appunto questi sprechi.


L’amministrazione così non anticipa nemmeno un euro ed è fuori dai vincoli del Patto di Stabilità.

Invece vediamo che Lecco aderisce ogni anno alla giornata “M’illumino di meno” e poi, da anni, ha gli impianti elettrici dello stesso Palazzo Comunale fuori norma così come le scuole.

Per non parlare della coibentazione e del riscaldamento, come sui treni: accesi a manetta o freddo polare.


L’Amministrazione delle chiacchiere ecologiche.

Dai bimbi tutti in fila illuminatevi di meno.

Almeno voi.

buone pratiche che il comune non fa qui