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campagna: UN POSTO X TE… CAR POOLING per la Provincia, sali anche tu?

PREMESSA

Ad ogni sterzar di gomma i soggetti Istituzionali e imprenditoriali del Territorio rilanciano e si lamentano per le infrastrutture carenti che non permettono la crescita, lo sviluppo e pure il benessere. Fermandosi alla litania giaculatoria.

 Qualche tempo addietro anche il signor Prefetto fece pubbliche constatazioni. Sulla viabilità provinciale riportava dati effettivamente veri, o almeno percepibili come tali: “Nell’ultimo decennio le auto sulle nostre strade sono triplicate”. Ancora una volta appunto, sia nella politica che nella società, nessuno ha rilanciato in maniera adeguata la discussione sulle soluzioni attuabili. Speranza, da parte nostra, che è risultata, evidentemente, per l’ennesima volta, mal riposta.

Sul cosiddetto “che fare?” con ragionamenti concreti e non solo e sempre in astratto siamo all’assurdo: Servono più strade anche se non ci sono soldi. Da anni, senza per questo voler essere presuntuosi, battiamo quasi da soli questo tasto di una forte e urgente necessità di discutere, collettivamente ed a più livelli, di mobilità e viabilità. Di trasporto e infrastrutture. L’ACI del compianto dott. Maurizio Corno ci aveva supportato, andando giustamente anche oltre il tema con ampio respiro. Non l’avevano fatto gli ambientalisti, tanto meno i partiti che pretendono di rappresentarli.

Poco o nulla sembrava raffigurare un Progetto, una progettualità. Anche in questi giorni, basta leggere la stampa, si ripetono le solite litanie.

Mancano infrastrutture, il traffico è ormai insopportabile.

L’aspetto assurdo, e soprattutto termometro imbarazzante della pochezza delle idee, è quello che vuol far credere che sia una rilevazione seria – che inequivocabilmente evidenzia cioè la necessità di infrastrutture e nuove strade e soprattutto sufficiente – quella di limitarsi a contare quante auto transitano su una determinata strada.Il problema è più complesso ma anche di facile soluzione innanzitutto spostando queste incombenze di monitoraggio dall’assessorato ai lavori Pubblici – come è stato fino a oggi – a quello dei Trasporti. E’ già un salto culturale non indifferente. Poi sarebbe più intelligente non solo e tanto sapere quante macchine fanno una determinata tratta ma quante di queste automobili viaggiano con una sola persona a bordo. Da qui si capirebbe che anche il car pooling (l’auto condivisa) può e deve essere una soluzione primaria. 

Vogliamo le strade nuove tipo la Lecco Bergamo? Bene, possiamo però dire che da quando se ne parla a quando finirà ci passano anche 2 decenni? E’ ragionevole dire (e chiedere) che cosa si fa nel frattempo? Stiamo come questa classe politica e imprenditoriale a piangerci addosso ed a parlare del sesso degli angeli o si prova a risolvere, ad attenuare almeno, concretamente, il problema? 

PROGETTO PEROVINCIALE

Noi ci riproviamo e rilanciamo con percorsi verso soluzioni che necessitano il supporto di tutti gli uomini e donne di buona volontà e spirito vivace. UN SOFTWARE provinciale per gestire in forma informatica e automatica la domanda e l’offerta di autocondivisa sul territorio.

Mutuando, come già richiesto all’Assessore ai Trasporti della Provincia ma per ora sordo al suggerimento, il programma adottato da inizio gennaio dalla pari Amministrazione Bolognese, consultabile su http://www.autocondivisa.bo.it/ cioè un semplice programma web che, previa registrazione, permette all’utente di mettere a disposizione, condividendone il tragitto abituale, o parte di esso, i propri posti in auto non occupati ed, in subordine, di poter usufruire di questi posti. Tali incroci e varie combinazioni (tragitti, orari, disponibilità, giorni) sono facilitati e elaborati automaticamente appunto dal software. (se vuoi leggere anche il resto, continua qui)

IL MENU A KILOMETRO ZERO… Rilanciamo la proposta

Anche quest’anno si rilancia e replica per un mese un bel richiamo turistico-gastronomico con i piatti della cucina europea proposti da alcuni ristornati del territorio.

Anche quest’anno ci permettiamo rilanciare una Proposta turistico-gastronomica per tutto l’anno.  Auspichiamo che questi stessi Ristoranti – e ovviamente non solo loro – sperimentino con le stesse abituali qualità della loro cucina i menu a “chilometro zero”.

Menu sostenuti anche dalle varie Amministrazioni locali e dall’Azienda turistica della Provincia.
Un’esperienza che può prendere piede e diventare un’importante occasione di richiamo anche, evidentemente, in termini turistico-promozionali.
Non crediamo che sia molto complicato. Anzi.

I piatti a “chilometro zer0” sono quelli cucinati fornendosi per gli acquisti prevalentemente (esclusivamente) dei prodotti del circondario o dei territori vicini proponendoli poi alla propria clientela, con adeguata sottolineatura. (la storia, la ricetta, il metodo di coltivazione, il produttore…)
Il resto lo fa, e lo deve fare, le capacità e l’inventiva del cuoco.

Magari recuperando anche ricette più o meno antiche.

Quanti buoni vini della Valle del Curone e di Montevecchia vediamo evidenziati nelle carte dei Vini dei nostri ristoranti?  E l’asparago rosa di Mezzago, l’ottimo olio d’oliva di Perledo? Il prosciutto crudo di Oggiono? I dolci di cioccolato di Lecco? I caviadini di Introbio? I formaggi di capra e pecora dei Piani Resinelli? Il farro antico o il mais biologico di Monte Marenzo?  Il pane cotto nel forno a legna di Colle Brianza? La Birra Cruda del comasco? La Meascia poi meriterebbe un capitolo a parte, ma chi la trova più o sa cos’è? Ed il miele bio della Valsassina e della Brianza? La patata di Campodolcino o le mele di Torre de Busi? Le castagne secche …? Riusciamo a degustare solo i taleggi, qualche porcino e sempre meno i missoltini. Un po’ poco o sbagliamo?

Ma ci immaginiamo cosa significherebbe riscoprire e far scoprire al turista (e non solo) anche alcuni piatti che più e meglio ci rappresentano: l’accoppiata: riso e luganega, l’Ugiada: minestra d’orzo ineguagliabile, il Manzo alla California, la Zuppa di ciliegie e marasche, la già citata Meascia che ormai si propone in solo qualche raro e raffinato pranzo casalingo…

E chissà quante ce ne dimentichiamo.

Insomma crediamo che sarebbe bello se provassimo a valorizzare il bello e il buono che abbiamo. Chi raccoglie l’invito?

PROPOSTE LOCALI

Dal Dire al Fare.
Dall’enunciato al vissuto, dal promesso al praticato.
In questo piccolo (o enorme, il più delle volte) intervallo di comportamenti e di concretezza c’è la chiave di tutto, la linfa del senso, l’umore del significato, il gene della politica al servizio del cittadino.
Il ruolo dell’amministratore dovrebbe essere quello di crescere il paese rispondendo alle esigenze, ai bisogni, alle aspettative, ai diritti del cittadini.
E quando la politica non vuole si giustifica adducendo la scusa della mancanza di fondi: “Vorremmo, ma.. non ci sono soldi” e’ un’abitudine il dirlo: si è fatta abitudine il crederlo.
In questo spazio dimostreremo il contrario

AMMINISTRATORI o AMBIENTALISTI? tutti e due aiuta

Egr.Direttore quotidiano Provincia di Lecco
mi vorrà permettere una replica all’intervista dell’Assessore provinciale Molgora . (giovedi 10 gennaio) Secondo il quale non si può essere contemporaneamente ambientalisti e amministratori.
In realtà mentre lui faceva l’amministratore in un piccolo comune della Provincia, erano gli ambientalisti, che incalzavano gli amministratori provinciali, qualche anno fa, quando ancora i Verdi non partecipavano al Governo della Provincia, per raggiungere quegli obiettivi parzialmente positivi che Molgora sbandiera a suo esclusivo titolo.
Bisognò allora convincere soprattutto gli amministratori.
In realtà questi risultati che oggi sono propagandati hanno avuto un terzo grande protagonista, che gli amministratori sottostimavano per deficit di utopismo, ovvero quei soggetti di quella grande partecipazione che è la raccolta differenziata, che sono i cittadini, che hanno compreso quello che si sarebbe potuto fare, allorché li si fosse messi in grado di fare.
D’altronde essere amministratori non è in sé una panacea, basti vedere appunto il disastro degli amministratori campani. Ma non tutti, perché anche lì, c’è chi ottiene ottimi risultati. Anche se è più difficile parlarne rispetto a chi male ha operato.
Ma tornando al nostro territorio, non si può fare a meno di notare, analizzando la più recente versione del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, come i risultati migliori si siano avuti, in termini di raccolta differenziata, quando l’ amministratore Molgora non ricopriva l’incarico in Provincia.

Di questo dovrebbe rispondere l’Assessore.

Non compiacersi della stagnazione in cui versa la crescita nella raccolta differenziata in questi ultimi tre anni. Il modello di riferimento-usato in negativo- non dovrebbe essere la Campania e neppure la media regionale lombarda. Il modello a cui guardare è altrove. Laddove si raggiungono, come nel comprensorio di Priula, nel Trevigiano, quote di raccolta differenziata attorno all’80% , e che recupera anche il residuo senza dover ricorrere agli inceneritori. Perché fare a meno degli inceneritori, o per lo meno ridurre di molto la quota che lì vi è conferita si può. E come.
E’ strano che un Amministratore a tutto tondo, che oppone tale funzione a quella di ambientalista, venga a dirci che la produzione di energia elettrica di un forno inceneritore sia il non plus ultra.

Dimentica la battaglia, solo parzialmente riuscita, ma almeno tentata, dei suoi compagni di partito, in Parlamento, per cancellare i Cip 6, ovvero quell’enorme quantità di denaro, pagata con le nostre bollette, a favore di petrolieri e inceneritori e stornati dall’incentivazione delle energie rinnovabili. Non a caso in Europa siamo tra gli ultimi nel campo delle rinnovabili e nel risparmio energetico.

Qui dovrebbe avvenire il vero confronto. Con il mancato decollo delle energie rinnovabili . E’ bene infatti sapere che senza i soldi del Cip 6 quelle macchine a bassissima efficienza e resa che sono gli inceneritori non andrebbero da nessuna parte. Queste macchine sono l’ennesimo esempio di assistenzialismo che i cittadini pagano. Con le loro bollette. Mese dopo mese.

Quello che Molgora dovrebbe spiegarci è invece perché per disincentivare la produzione dei rifiuti, non introduca una tariffa in funzione della quantità di rifiuti prodotti, modulandola anche allo scopo di aumentare la differenziazione degli stessi.

Quello che dovrebbe poi spiegarci è perché in questi anni non abbia promosso alcuna campagna per ridurre la produzione di rifiuti, magari a partire proprio dalla promozione dell’acqua di rubinetto, piuttosto che assecondare passsivamente la pubblicità delle acque minerali e delle plastiche connesse;

per non parlare di proposte volte a promuovere l’acquisto dello “sfuso”: detersivi e non solo.

Insomma si tratterebbe di attuare una politica concertativa con le associazioni dei commercianti, con quelle consumeriste, con i “rigidi” ambientalisti, con la cittadinanza del territorio, per arrivare a un “disimballaggio”generale, a una “smaterializzazione” della produzione e commercializzazione dei beni; insomma a una decisa inversione di tendenza.
Questo è il problema. Primo produrre meno rifiuti, poi riutilizzare i beni, infine recuperarli attraverso la raccolta differenziata.

E operare come se l’inceneritore non fosse. Nella prospettiva realistica di farne a meno. Per raggiungere mete –come a Priula- che traguardino in avanti .E non farsi intruppare dai refoli effimeri dell’aria che tira. Che vede nell’inceneritore l’idolo che non c’è.
Spieghiamolo alla popolazione, ai cittadini. Assieme si può fare. Per un nuovo passo. In avanti. Perchè non vorremmo meravigliarci di una prossima intervista dell’assessore, che in quanto amministratore, è favorevole a nuovi impianti nucleari. Che non producono Co2.

Alessandro Magni Centro Khorakhanè – Comitato lecchese per l’acqua pubblica e i beni comuni

CICLOPISTA PRADELLO -ABBADIA

Quando un´idea seria – come lo è la ciclopista da Pradello ad Abbadia – al servizio dei soggetti più deboli, in questo caso pedoni e ciclisti, nel concretizzarsi trova anche l´appoggio ed il plauso di uomini politici di destra, come in questo caso il consigliere provinciale, di minoranza, Dadati, seppur stupiti non si può che applaudire ed esserne contenti.

E´ quindi secondario e molto marginale sottolineare che è almeno eccessivo l´autoattribuirsi da parte di Dadati il merito, la primogenitura, di questa opera, di questo successo (che speriamo si colga appieno nella sua bontà) per il Territorio.
Altrimenti anche noi del Centro Khorakhané dovremmo rivendicare meriti e medaglie.
Ma non è il caso altrimenti il Sindaco Cardamone di Abbadia, la stessa Anas soprattutto, nonché, non ultimo, l´Assessore Provinciale ai Trasporti Fumagalli dovrebbero essere sommersi di elogi e medaglie, da soffocarli. Diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Un´integrazione di intervento, insieme a questi soggetti, è invece ora necessario chiedere e sollecitare.

A parziale integrazione e correzione di quanto propone Dadati, cioè la riduzione di una corsia, cioè a 3, del tratto di superstrada “comunale” che da Pradello (Orsa Maggiore) porta all´ingresso di Lecco Caviate
Ecco secondo noi, crediamo che la proposta a suo tempo formulata tramite l´opuscolo LimmaginaLecco ai Candidati alle Elezioni comunali di 2 legislature fa, ed anche recentemente ribadita e cioè di ridurre a 2 corsie – più che sufficienti – quel tratto di strada sia da sostenere e promuovere.

Le 2 corsie che resteranno libere potranno quindi essere trasformate una nel proseguimento della pista ciclabile e l´altra, sfruttando la conformità piatta del tratto e lo splendore paesaggistico inimitabile del lago e delle montagne in un percorso pedonale e di giardino che permetterebbe di valorizzare ancor di più la nostra città, restituendola, un poco alla volta ai cittadini, sottraendola alle lamiere.

Questo inoltre speriamo potrà essere un possibile volano, pratico ed educativo/istruttivo per incentivare anche in altri punti di Lecco, altrettanto invasi da auto e strade l´adeguamento civile a misura d´uomo e di bicicletta delle strade attuali.

La mobilità urbana è sostenibile o non è.
Centro Khorakhanè

http://www.merateonline.it/Finestra_Stampa.asp?ID=51577 (l’articolo di dadati)

PANNELLI SENZA COSTI PER IL CITTADINO vedasi Provaglio

LA NOTIZIA SU COMUNIVIRTUOSI.ORG

FOTOVOLTAICO FACILE DA COPIARE a meno di 100 km. da qua

E’ possibile che un Comune bresciano, di poco più di 6000 abitanti, trovi soluzioni facilmente attuabili e replicabili anche sul nostro territorio in tema di risparmio energetico e di servizio ai propri cittadini?

Sembra di sì, se, i nostri amministratori locali, hanno voglia di valutare e copiare l’esempio del Progetto “Fotovoltaico facile” che il Comune di Provaglio d’Iseo ha da poco presentato.

Da tempo la Legge Finanziaria ha disposto interessanti incentivi per il risparmio energetico e per la produzione di energia pulita. Tra le varie agevolazioni appunto anche quella relativa all’installazione di impianti fotovoltaici, costituiti da pannelli in grado di trasformare direttamente l’energia solare in energia elettrica, evitando qualsiasi tipo di emissione inquinante.

Si tratta di un sistema, già diffuso in numerosi altri Paesi attraverso il quale è possibile generare elettricità senza l’uso di alcun combustibile; elettricità che, una volta raggiunto il proprio fabbisogno, può essere venduta dallo stesso cittadino al Gestore del Servizio (ENEL o Enti simili).
L’importanza di tale misura non ha bisogno di molte sottolineature.

Eppure, nonostante ciò e nonostante l’accresciuta sensibilità ecologica dei cittadini, i nostri Enti non agevolano, quasi per nulla, questa straordinaria opportunità offerta dalla nostra legislazione.
Non aiutando nelle procedure burocratiche e, appunto intervenendo poco e male nell’impatto dei costi di acquisto e di impianto dei pannelli fotovoltaici, per ammortizzare i quali si devono calcolare almeno dieci anni di produzione elettrica domestica.
L’esempio del Comune di Provaglio d’Iseo (BS) e della sua società di servizi, totalmente pubblica, AGS ha, se vogliamo copiarlo, eliminato entrambi gli ostacoli.
Il progetto capofila – si tratta della prima esperienza del genere in tutta Italia – prevede infatti l’installazione gratuita di duecento impianti fotovoltaici presso le abitazioni di altrettanti nuclei familiari.

A rendere possibile questa iniziativa, oltre all’Amministrazione Comunale e ad AGS, la partecipazione di una banca locale. (ma se si pensa ad una riduzione della Tassa ICI non serve forse neppure quest’ultima)
Attraverso il “Fotovoltaico Facile” il Comune offre ai cittadini residenti un percorso assistito per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica tramite pannelli solari fotovoltaici.

In termini pratici, la locale società di servizi acquisterebbe i pannelli fotovoltaici grazie al finanziamento della Banca a tasso agevolato (si parla del 5,9% per 20anni che non è neppure il tasso migliore che si può trovare); si occuperebbe poi dell’installazione e rimarrebbe ovviamente la beneficiaria dell’elettricità prodotta.
Grazie a tale elettricità prodotta, nonché venduta al Gestore del Servizio, AGS potrebbe far fronte al finanziamento bancario, dimezzare la bolletta delle famiglie coinvolte e pagare il lavoro d’ufficio e di montaggio. Dopo 20anni, comunque, la proprietà degli impianti e dell’intera produzione passerebbe alle famiglie stesse.
Nel caso specifico, l’iniziativa proposta dalla municipalizzata provagliese offre:
una struttura in grado di occuparsi di tutte le fasi di realizzazione (consulenza, installazione e successiva assistenza); e il finanziamento dell’impianto al 100%.

C’è qualche Sindaco o qualche Assessore che vuole approfondire direttamente con i suoi colleghi bresciani questo servizio ai cittadini?