The opposite of cowardliness

codardiadal nostro ex inviato nell’economia della Pianura padana Federico

Sappiamo da molto tempo che l’evoluzione dei sistemi economici, sociali, politici, tecnologici e perfino religiosi non sono isolabili. Da un testo ponderoso di Friedman, emergono le evidenti relazioni fra fasi di rallentamento, stagnazione o recessione economica e tendenze xenofobe negli USA. Tendenze che non solo non sono nate in completa autonomia ma sono perfino state alimentate dal governo federale. In queste fasi, il disagio e l’incertezza possono portare a sentieri differenti. La reazione allo stato di disagio può sublimare nella ricerca di capri espiatori o nel tentativo di innestare il riequilibrio distributivo e sociale. La seconda strada è di gran lunga la più impervia perché implica il riconoscimento degli errori passati e la conseguente definizione di percorsi alternativi che potrebbero sovvertire le aree di potere esistenti.

La xeonofobia non risolve ma ha decisamente più appeal è di semplice attuazione e lascia invariati gli assetti di potere preesistenti. Identifica bestialmente nel più debole la causa del malessere ed evita politiche impopolari. La condizione necessaria, l’ossigeno necessario alla sopravvivenza della bestia pre razionale è l’indisponibilità o, peggio, il rifiuto di informazioni verificabili. Poco importa che l’immigrazione dominante proviene dall’Europa dell’est, 48%, mentre l’immigrazione dai paesi africani conta il 26% (rapportato annuale istat 2008) di cui solo circa il 10% via mare. E’ più importante che una manovra insignificante generi tumulto mediatico e che il rumore marginalizzi il disastro economico comprovato per la seconda volta.

Come sempre, è più semplice affidarsi a rivelazioni di media di regime, parenti e conoscenti indiretti che cercare, indagare e ipotizzare su solide basi. Razionalità e informazione sono alimenti indigesti all’animale xenofobo. La bestia si alimenta di rabbia, sopraffazione, irrisolte ambizioni e frustrazioni. E le perpetua.

Sembra quindi che, per chi governa, sia più semplice lanciare l’osso alla bestia piuttosto che cercare soluzioni stabili. E alla bestia resterà solo l’osso. La sopraffazione, l’arroganza devono recuperare la propria genesi autoreferenziale nella sudditanza, nella codardia. Ecco quindi che le la sopraffazione verso il debole ruota dal vassallaggio nei confronti del potente, dall’accettazione dello stato delle cose, dalla sudditanza nei confronti delle nazioni forti e dei potentati economici.

L’opposto della codardia non è l’arroganza.

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