TREMONTI ED IL PATRIOTTISMO

Ma davvero faremo la fine della Grecia? Non lo so però so, per certo, che c’è da troppe parti un elogio al Ministro Tremonti,  se questo non avverrà, totalmente immotivato.

E’ bene mettere da parte lo spirito patriottico e concentraci sulla realtà. Come si può affermare, come un disco rotto, che “sino ad oggi l’Italia ha fronteggiato la crisi mondiale meglio d’altri Paesi”; che sono state assunte “straordinarie misure di contenimento del debito”; che “l’evasione fiscale ha veduto restringersi il suo largo recinto”; che “l’Italia rimane una barchetta in balia delle onde, ma sulla quale per ora non ci sono naufraghi”

Credere a ciò è, credetemi, prendere, involontariamente o meno, una cantonata patriottica. Anzi, ancor meglio, non credete a me, credete ai fatti, ai numeri e ai rapporti di Banca d’Italia, Istat, Eurostat, Ocse e financo dello stesso Ministero dell’Economia. La politica del “rigore” di Tremonti è un falso percettivo. Purtroppo. Basterebbe citare il rapporto Ocse di questo mese di maggio dove si legge che l’Italia non riesce a sfruttare i benefici della ripresa del commercio globale oppure domandarsi come si concilia la crescita della disoccupazione con l’aspettativa di una ripresa dei consumi.

Il tasso di disoccupazione – i naufraghi che non si vogliono vedere evidentemente – è previsto in peggioramento dello stesso governo. All’8,7% nel 2010. Inutile ricordare che è il peggiore da decenni. La tenuta dei conti è un’altra favoletta. A fronte di zero manovre per gestire la crisi economica, il debito è cresciuto anche in valore assoluto questo perché è cresciuta la spesa pubblica e non la parte virtuosa ma la spesa corrente, quella che produce voti ma non pil. Figuriamoci risultati.

Infatti l’Italia, tra le principali economie del mondo, è l’unica ad aver chiuso il 2008 con un Pil negativo, -1%¸se lo sommiamo con quello dello scorso anno (-5,3%) otteniamo un decremento biennale del 6,3%, il peggior risultato in assoluto tra i paesi maggiormente sviluppati. E molti altri Paesi hanno dovuto sborsare soldi anche per salvare le proprie banche.  Peggiorano anche le stime per il debito pubblico sul Pil – la zavorra delle zavorre – che salirà da 115,8% al 118,4% e al 118,7% nel 2011. Aiuti alla Grecia esclusi. Il mantenimento degli obiettivi di finanza pubblica, lo dice la Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica del Tesoro, rende poi necessaria “una manovra correttiva”. Circa 25mld di euro. Le tasse, la pressione fiscale, peggio di così solo il 1997 (43,7%) ma li c’era l’Eurotassa dovevamo entrare in Europa, oggi siamo già al 43,5%, sfondando pure le previsioni. Poi pensiamo che 100 miliardi di tasse non pagate sono state di fatto condonate con lo scudo fiscale dal Governo ai disonesti… Sul fronte dell’indebitamento altre notizie negative. Nel 2009 si è registrato un disavanzo primario dello 0,6% del Pil, a fronte di un avanzo del 2,5% dell’anno prima. Era dal 1991 che l’Italia non registrava un saldo primario negativo. L’incremento del debito diventa esplosivo. L’Italia ha fortemente bisogno di una strategia di politica economica e non di soluzioni improvvisate, lo dicono i fatti, come sono state attuate in questi ultimi due anni da quel Tremonti che, stranamente, è quasi invece apprezzato da tutti. Alcune proposte, fattibili, possiamo anche avanzargliele, ma sarebbe ripetersi e poi Tremonti lo legge quello che scriviamo?

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