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IL CARO LIBRI SI PUÒ FERMARE

libri_di_testoBinPLa priorità di famiglie e insegnanti è aver risposte certe e con tutta evidenza urgenti sulle modalità di svolgimento del prossimo anno scolastico. Risposte che deve dare la politica nazionale e, in parte, locale.

A partire dalla sicurezza sanitaria (distanziamento e altre attenzioni); presenza totale o no degli studenti e quindi dotazione di strumenti informatici fin da subito a tutti; dal servizio mensa, a quello dei trasporti, agli orari delle lezioni con eventuali ingressi/uscite differenziate

Dopo questi punti, le cui risposte servono subito, quello del caro libri è un problema cronico
Per risolverlo un’Amministrazione attenta dentro e ferma l’autonomia scolastica, si deve adoperare, con incentivi economici, con supporti tecnici, con strumenti di relazione per indirizzare il proprio operato e quello delle scuole nella direzione del sostegno alle famiglie

Una prima attenzione è senz’altro quella di facilitare l’autogestione dei giovani allo scambio di libri attraverso l’ormai collaudato “MERCATINO dei libri”, mettendo a disposizione locali e strutture comunali ove non possibile nelle scuole

unnamed (4)La seconda attenzione è quella di promuovere la sperimentazione del COMODATO d’uso gratuito dei testi scolastici attraverso l’interessamento diretto della scuola e del Comune.

La terza attenzione è quella del “BOOK in progress” ossia dispense/libri scritti e stampati dai professori.
L’iniziativa, presente già in alcune scuole locali, permette un risparmio importante

Il Comune può sostenere questo processo di risparmio con la firma di convenzioni con produttori di fotocopiatrici, ove servono tablet e mettendo a disposizione incentivi anche per prof e scuole.

Un po’ più sovietico infine, è creare con la collaborazione delle scuole, GRUPPI d’acquisto multi istituti per la scelta degli stessi titoli o editore così da far massa critica e mettere davvero in concorrenza il monopolio attuale. Continua la lettura di IL CARO LIBRI SI PUÒ FERMARE

I CANDIDATI E IL MERCATO DEI MIRACOLI

ALTAN TIL VOTO DOPO LE ELZIONILa politica è fatta di parole. Ed è bene che sia così. Il valore della parola, quella presa e quella spesa, quella creduta e quella affidata. Quella delle promesse e quella degli impegni.
Bisogna, almeno ogni tanto, però, fare da calmiere agli eccessi di credulità popolare alimentati da quella dei politici.
Turlupinare il popolo e incantare le telecamere sta diventando un’abitudine. Una professione.
E’, infatti, da tempo, il tempo dei cartelloni giganti elettorali, dei volti in primo piano su muri reali e virtuali; il mercato dei miracoli è tollerato e anzi esaltato in ogni campagna elettorale di ogni qualsiasi piccolo borgo popolato da più di 3 persone.
Oggi, qui a Lecco, la campagna elettorale è da subito diventata una gara di resistenza civica a cui è sottoposto ormai ripetutamente ogni cittadino.
Abbiamo un candidato che fantastica di 10 chilometri di nuovo lungolago come se fosse Gardaland e Portofino assieme.
Che organizza weekend di gioca jouer come al Club Med ma non ci dice una cifra, un cronoprogramma. Non c’è un Progetto ma si è già affrettato a dirci che è tutto pagato. Dai Fondi Europei e dai privati. Così, una balla più che un sogno, ma fa tanto narrazione e “meno tasse per tutti”, però nemmeno una parola su Teleriscaldamento, soldi alle scuole paritarie e servizi sociali privati
 Abbiamo un altro candidato colui che “ha una rete di conoscenze consolidata a livello europeo” che dopo aver promesso dal Multisala a la qualunque, fin al sotterramento della Ferrovia (giuro), è arrivato oggi a promettere lo scoperchiamento del Caldone e, si sussurra, addirittura la riapertura del Teatro della Società.
S’è perso il conto della sua mancanza di rispetto verso i cittadini.
 Abbiamo poi il candidato più papabile a sindaco, l’uomo giusto dicono i suoi alleati, che però l’han scelto dopo che altri 25 “uomini giusti” prima di lui si erano ritirati.
Colui che ha dichiarato che il suo scopo da Sindaco è non far litigare la coalizione, quando in realtà litigano già nello stesso partito. Speriamo che pane e paste bastino perché il resto del programma è solo dire agli avversari che non han fatto in 10 anni quello che avevano promesso e che ora dicono di voler fare. Peccato però, ed è pure peggio, che il suo schieramento non ha mai fatto nemmeno mezza vera proposta alternativa evidentemente non avendole, che infatti continua a non fare, e il massimo della mobilitazione in 10 anni di opposizione è stata per le strisce bianche in via Cavour.
Non è la realtà della vita che si fa show ma è lo show che si fa politica. Ma un candidato normale, rispettoso, che dice cose credibili e concrete per la Città c’è?
Vorrei rassicurare i lecchesi già fortemente penalizzati dalla candidatura dei Gattinoni, Valsecchi e Ciresa che non è vero che mi candido anch’io.

RISTORIAMO L’INFORMAZIONE TURISTICA

chioscoSiccome la crisi del turismo si preannuncia così grave che molti gestori di esercizi pubblici e bar rischiano di guadagnare quello che avevano dichiarato l’anno scorso, perché non cogliere l’occasione per ampliare non tanto i tavolini a gratis nelle piazze di Lecco ma proprio gli esercizi in punti strategici di Città e territorio?

In attesa del Lungolago rimesso a nuovo nei suoi 10 km e 10 diverse esperienze come da programma elettorale 2030.
Ora nell’attesa possiamo pensare ai chioschi mobili che insieme al servizio di ristoro facciano anche quello informativo

Un percorso e progetto di valorizzazione dei punti più turistici anche con un’attenzione all’arredo urbano.

Chioschi su lungolago, passeggiata e alzaia dell’Adda (ma vale anche per la Valsassina) da proporre in sinergia coi altri Comuni (Olginate, Garlate, Brivio, Mandello, Paderno, Rivolta, Trezzo. ect)

Che facciano uno o più di questi chioschi riparazione volante bici, noleggio canoe, spazio grill e sosta, ristoro con prodotti locali anche in vendita, punto di info turistica del territorio e degli eventi culturali e ludici, con bagni autopulenti,  con un servizio gratuito di connessione e wifi e aperti a iniziative patrocinate dai Comuni.

Chioschi che coordinati tra loro possano avere la medesima tipologia di offerta solo fino a una certa percentuale se vicini a altri chioschi. Così da diversificarsi il più possibile e integrarsi adeguatamente all’offerta commerciale contigua.

Chioschi uguali nel disegno lungo tutto il corso del Lago e Adda.
Idem quelli in altri punti della Città, in alcuni parchi cittadini, verso i sentieri montani.
In un progetto più ampio di promozione del turismo sostenibile e dei luoghi.

Dove già oggi dal Sentiero del Viandante o altrove, con la bici o a camminare intorno al lago, lecchesi e turisti possono ammirare la natura, la quiete ma nessun servizio o quasi.

TRENI BICI E BACIAPILE

ressatrenoE venne il tempo in cui Trenord vietò di portare a bordo le bici perché creavano assembramento e lei aveva a cuore, in maniera inflessibile e asburgica, la salute dei cittadini e dei propri utenti

E venne il tempo in cui Trenord contemporaneamente vietò di salire senta mascherine e guanti e un sedile si e un sedile no era il gioco degli scacchi perché lei aveva a cuore, in maniera inflessibile e asburgica, la salute dei cittadini e dei propri utenti

E venne il tempo in cui Trenord contemporaneamente al contemporaneamente di prima per 4 treni domenicali istituì la prenotazione gratuita ma obbligatoria per viaggiare sulla tratta Milano Tirano perché lei aveva a cuore, in maniera inflessibile e asburgica, la salute dei cittadini e dei propri utenti.

E poi venne il tempo in cui Trenord era meglio se avesse fatto portare le bici a bordo perché sarebbero state utili al distanziamento fisico, avesse portato un ragazzino anche appena promosso in terza elementare per contare un sedile si e un sedile no occupato e avesse avitato di raggruppare i 4 treni domenicali tutti in uno solo come le foto, il video e l’articolo dimostrano.

I VECCHI FALLIMENTI, DI NUOVO

foto-protesta-censurataDegno parallelismo tra Sfera Ebbasta e la musica sinfonica, Trenord e la puntualità, c’è Vittorio Campione e la sostenibilità ambientale.

Ora ha preso in mano la comunicazione del PD e come non bastasse ne presta pubblicamente anche il volto.

Dopo la presentazione in piazza di Gattinoni che, aprendo la campagna ha detto di essere il volto nuovo per la politica nuova, ecco il cortocircuito: sul palco sale appunto Campione, già fallimentare Assessore nel 2010, tanto da essere sostituito 5 anni dopo da Ezio Venturini. Venturini, cazzo.

Sui social Campione oggi ci consegna addirittura uno spot elettorale nel prato del Vallo alle mura, dove cagano i cani perché avrà un suo karma, dove parla di difendere montagne e mobilità pubblica. Proprio lui dopo i suoi 5 anni di assessorato. Bisogna proprio avere una considerazione di merda dei cittadini.

Perché è nauseante ritenere il cittadino stupido, privo di memoria e dignità, quando da assessore LineeLecco era nel piano delle alienazioni, le montagne sono state stuprate dal nuovo Piano Cave con il Comune che faceva pure giungere fuori tempo le osservazioni al Piano stesso, dove il Forno inceneritore si avviava verso il teleriscaldamento e la tariffazione puntuale chiusa
Dove la fallimentare gestione del bikesharing usato da 12 persone costava oltre 50.000 euro ogni anno.
Dove le balle sul Ponte Vecchio son ancora negli annali insieme alla denuncia giornalistica delle buche pericolose e lui che risponde “Siamo assicurati, nel caso paghiamo”” …se qualcuno si ferisce, faccia causa”.

L’assessore che ha tagliato le corse dei bus e in 3 mesi aumentato 2 volte il prezzo del biglietto, giustificandolo in Consiglio con: “l’aumento avrebbe compensato la diminuzione degli utenti a causa dell’aumento stesso”.

E allora sta tutto qua l’inganno del nuovo che non lo è. Se a Gattinoni sta bene a Ambientalmente e Sinistra pure avere in squadra, addirittura ai vertici, gente disastrosa come Campione allora è tutta ipocrisia, non solo il nuovo, ma la serietà, il rispetto per sé e dei cittadini.

Dimmi con chi vai e ti dirò se vengo anch’io.

NEGOZI: UNA MASCHERINA LEVA L’ALTRA

coronavirus_pixabayÈ inutile nasconderci. Le mascherine non sono un bacio sulla bocca tra amanti ma una censura ai sorrisi della vita.

Deve esser per questo che si incontran sempre più persone, giovani e no, che la mascherina la usano, quando l’hanno, come un apostrofo rosa tra mento e collo.
Distanziamenti precari, mascherine volanti e fatalismo come carte regalo.

E non si vede e non si sente che, insieme alle mascherine, volan anche multe, anche solo controlli. Troppa gente è in giro così.

Ma altrettanto grave è la quantità di esercizi pubblici, negozi e bar che non rispettan le regole e la tutela del consumatore.

Gelatai che prendon con le mani il cono e l’avvolgon, poi, con un tovagliolino; Banconi da riparo contatto del cliente con pizzette e brioches sfuse non al riparo da commesse;panificio-la-renella-forno-roma

Camerieri con guanti neri che ti passan cibo e resto del conto; Banconiste che toccan il cellulare e poi ti servon aperitivo e patatine;
Pizzaioli che parlan senza mascherina su salse e verdure a negozio vuoto e quando entri si alzan la mascherina dal mento.

C’è la possibilità che tutto questo ci permetta una selezione, degli esercizi pubblici da frequentare e quelli no; di quelli dove c’è rispetto delle regole e cliente, cura e formazione e quelli no; di quelli che a prescindere dal Covid han il senso dell’igiene, perché non di solo di Covid s’ammala l’uomo e quelli no.

C’è però la possibilità che tutto questo passi inosservato, non perché lo fan in troppi, ma molto perché per noi in fondo un po’ di fatalismo…che sarà mai?

a forza di essere vento