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UOVA X I RICOVERATI COVID

Pasqua-Altromercato-low-640x427La campagna “Pizze sospese per le infermiere” partita il 7 marzo, nata per restituire una piccola parte di gratitudine al personale sanitario, ORA propone ai possibili donatori una digressione, a favore di tutti quei pazienti ricoverati in ospedale che sono isolati da visite, famigliari e affetti.

Quindi sospendendo le pizze, donare a loro, ai pazienti, un piccolo segno e abbraccio di vicinanza comunitaria, attraverso la donazione di PICCOLE UOVA equosolidali per questa Pasqua che sta arrivando.

La Campagna “Pizze sospese” ha fatto la sua parte in questo mese, non solo donando quasi 800 pizze, 40 pasti sushi e 300 euro di colazioni, ma stimolando altre autonome iniziative di sostegno al personale.

Oggi che il fondo donazioni sta quasi terminando e anche perché le altre iniziative sono ben avviate, per questa settimana di Pasqua lanciamo questo invito a tutti.

DONATE PER LE UOVA AI RICOVERATI che sanitariamente ovvio, possono riceverle.

Un piccolo segno di vicinanza comunitario, dalla città. Da tutti noi.

Grazie di questa ulteriore attenzione

Qui il link per donare 

IL TURISMO MIO E I SOLDI VOSTRI

Screenshot_20200401-232529Sono qua basito che contemplo il piagnisteo economico all’italiana a causa del Coronavirus
Ogni categoria, la propria, è quella più colpita.

Gli altri che si fottano.

Qui da noi, con un accondiscendente stampa, va per la maggiore dire che è il turismo. Soprattutto se lo chiedi all’albergatore da stanze da 300 €.

Questo virus ha messo in ginocchio l’economia e basta un’intervista all’albergatore locale che di colpo si scopre che non era vero quello che si diceva fino a metà gennaio, ossia che non c’è Turismo a Lecco, che i visitatori, uomini d’affari, stranieri e pure gli italiani andavano a Como o al più a Varenna e che Lecco la snobbano tutti.
No Lecco era Gardaland e anche Portofino

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E allora lo Stato, lo stesso che metteva lacci e lacciuoli, che bisognava snellire, “noi facciamo da soli”, adesso deve intervenire.
Subito, ieri, e non come sta già facendo dilazionando tasse, posticipandole, facendo slittare rate mutui pagando la cassa integrazione ai dipendenti ect.

No, deve tagliare costi, detassare, dare soldi a fondo perduto. Un sacco per i mancati incassi

IMG_20200402_124240Sulle barricate dei letti ad acqua e jacuzzi vista lago per dire “prima il turismo, prima a me”.

Poi sommessamente chiedi se per caso il settore turistico a Lecco e altrove è quello davvero più colpito in termini di fatturato, di forza lavoro a tempo indeterminato, di incidenza sulla tassazione pubblica, più del chimico, del metalmeccanico, del gomma-plastica, del finanziario, del tessile e vien giù il mondo.

IMG_20200402_124304Non ti rispondono nel merito.
Citando dati, relazioni della CCIAA, del Mef, di Banca d’Italia, di Cerved o solo del Comune, no perché sono tutte contrarie a loro.

E allora cosa fanno, ti tolgono l’amicizia su Fb come se ti avessero detto che sei obbligato a rimaner in casa altri 6 mesi, magari con loro.

Tu dici una verità inoppugnabile e trovi sempre un albergatore che ti dice che non puoi dirla.

Ecco l’albergatore,in questo caso,è Fabio Dadati

DIETRO LA MASCHERINA RESTA LA VERITÀ

89582856-giovane-ragazza-attraente-con-i-capelli-neri-sorride-sugli-occhi-maschera-biancaÈ esilarante quello che, con la sua lettera, mi rinfaccia il lettore o lettrice Val. celandosi dietro a una sigla senza bisogno di nascondere la sua identità con una mascherina.
Val. mi invita a indignarmi per cose che non ho fatto io come se le avessi fatte io e come se le cose che non ho fatto io come se le avessi fatte io cancellassero la verità inoppugnabile delle cose che ho detto io sulla negligenza e chiacchiere della Regione Lombardia in merito al superospedale di Fiera di Milano.

Ossia che doveva avere 600 posti, poi 500, forse fra un po’ massimo 200 e adesso lo inaugurano, in pompa magna e addirittura senza rispettare le stesse ordinazione firmate da loro, con solo 24 posti di terapia intensiva pronti, forse, solo settimana prossima.

L’obiezione sulle mascherine poi che mi fa Val. ossia sull’errore fatto dalla Protezione civile, farebbe il paio con quello precedente della Regione su addirittura 4 milioni, ma non ha senso ricordarlo a Val. come se due errori si compensassero.
La mia lettera conteneva la verità e che Val.non può nascondere dietro nessuna mascherina.
È buona cosa ripeterla quindi: gli annunci regionali han fatto credere che si potevano salvare 500 persone, 500 vite e la negligenza amministrativa e l’incapacità della politica regionale è ferma a 24.
Ben vengano 24 ma 500 si sa….

UN TABLET PER ILLUMINARE QUESTE GIORNATE BUIE DEI RICOVERATI

tablet-ospedali-1024x683C’è, simbolicamente, un ultimo pezzetto di puzzle che manca nell’intero quadro della solidarietà in questo tempo di lotta al Coronavirus.

Quello verso pazienti ricoverati e isolati in Ospedale

A quello verso le infermiere con le “Pizze sospese” si è aggiunto quello all’Ospedale con la raccolta fondi per i macchinari.

Ora potrebbe essere il tempo dei ricoverati.
Coloro che il virus colpisce più duramente.
Un virus che li debilita e isola, fin nelle relazioni. Impedendole.

Per questo, mutuando quello che sta avvenendo all’estero e in alcuni ospedali italiani, perché, se fosse utile, soprattutto ai più anziani oggi ricoverati, non donare un tablet con videochiamate, per provare, almeno in parte, a ridurre le distanze, l’isolamento lungo e forzato da familiari e conoscenti?

Un tablet che al termine della degenza resta in prestito a un altro paziente per poi, quando finalmente questo tempo di contagio sarà finito, esser donato alle scuole della Città o usato per il monitoraggio a distanza delle persone anziane sole da parte degli Enti pubblici?

Oggi ci son facili tablet a poche decine di €

Mi permetto di indirizzare in primis questa lettera aperta, per valutarne innanzitutto la fattibilità con l’ospedale e le Rsa, i promotori di #AMICIDILECCO che a Natale han illuminato come non mai la nostra Città.

Per farsi nuovamente prima promotrice, per dare un’ulteriore luce e illuminare virtualmente e concretamente queste giornate così certamente buie e grigie a chi oggi ricoverato in un letto di ospedale è isolato dalla Città e soprattutto dai suoi affetti lontani

REGOLE CASA E PRIMAVERA

FB_IMG_15852178628173733Ce lo stanno dicendo in tutte le lingue e modi.
E fa nulla se l’han detto in ritardo, a piccoli passi, minimizzando prima e dicendoci di #usciamodicasa a fare gli aperitivi disubbidienti o che cazzo.

Ora ce lo stan dicendo in tutte le lingue e modi
State a casa a rompervi il cazzo ma non rompere il cazzo. Punto.

Seguite 2norme igieniche 2 (distanza di 1 metro e lavarsi le mani spesso. Così? Ancora di più). Qui si muore che nemmeno in guerra. Qui non si riesce a curare quasi più nessuno, figuriamoci a salvarli. A curarvi e a salvarvi.  A curarti e a salvarti.

Servono, inizialmente, due settimane. 13 giorni. Uno è già passato metà. Stiamo a casa a romperci il cazzo ma non rompiamo il cazzo. Punto. Perché altrimenti non possono venirti a prendere nemmeno quando stai per morire soffocato.

Poi Conte, Fontana, Salvini, Confindustria, Formigoni, qualche direttore di giornale, più di un ristoratore locale, qualche evasore che fa beneficenza con i nostri soldi, ci sarà tempo, tutto il tempo per chiedergli conto e per mettere a somma.
Oggi andiamo avanti, rispettiamo quello che ci stanno dicendo in tutte le lingue e modi, e segniamo tutto.

La primavera o la facciamo arrivare noi, o non arriva.

PIZZE SOSPESE X IL PS: COME IL BACIO DELLA MAMMA SULLA BUA DEL BIMBO

PIZZADa settimane è attiva la campagna “Pizze sospese per il Pronto Soccorso”.  Sta funzionando.
Tantissimi cittadini, ben oltre 100, stanno donando. Oltre 250 sono le pizze consegnate. Ci si sta interponendo tra il forno e la cassa per tanti operatori sanitari che stanno dedicando anima, corpo, tempo e fatica alla cura dei pazienti.

Funziona. Tanto che diverse iniziative e gesti autonomi si stanno moltiplicando.

Per questo la portiamo ancora all’attenzione.

Quello delle “Pizze sospese al PS” che oggi è diventata anche colazioni e sushi é solo un piccolo gesto di minima restituzione di gratitudine al personale sanitario che ancora più di prima, in situazioni di difficoltà, rischio, fatica, sta lavorando per tutti noi.

La prima volta, quando una signora ha pagato le loro pizze ordinate, hanno detto che si erano commossi dal gesto. Per questo si era deciso di proseguire, di prolungare un gesto di un giorno in ogni giorno. E la campagna pizze, colazioni, sushi sospese è solo e nient’altro che questo.
È il bacio della mamma sulla bua del bimbo. Non serve a nulla ma serve a tutto.

E grazie al Ristorante SHABU, la Pizzeria RIDA, il Bar SIRIO dell’ospedale, a 1.2.3 Pronto, e agli altri che vorranno aderire possiamo continuare e ampliare l’iniziativa. Ora oltre al Personale del Pronto soccorso, raggiungiamo gli altri reparti e gli operatori della CRI San Nicolò.

Serve l’aiuto di tutto e di ognuno. Qui il link per poter donare o anche “solo” far girare e conoscere.

a forza di essere vento