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IL CIBO CHE NON SAZIA

IMG_20201205_194711Parafrasando Carlin Petrini di SlowFood “Il cibo oggi è prodotto soprattutto per esser buttato (venduto, dice Petrini) non per esser mangiato”

È quello che purtroppo si osserva, non solo in tempo di Covid ma da anni, a partire dalle mense scolastiche. Anche di Lecco

Quantità ingiustificate, anche oltre il 40%, vengono infatti buttate

Al più solo frutta e yogurt si recuperano Poca, poca roba salvata

Un dossier di Cittadinanzattiva, del 2019, conferma poi che solo uno studente su dieci consuma tutto. Il resto, decine di kg per scuola, ogni giorno, tutti i giorni, finisce in pattumiera

Uno spreco ingiustificabile di cibo ancor prima che di soldi delle famiglie e pubblici

Il tempo mensa, la qualità, la tipologia, la monotonia, la quantità, le abitudini portano a questi risultati, che solo saltuariamente o per autonomi percorsi delle scuole si prova ad indagare e rallentare

Regolamenti vietano, in tempo di Covid e anche prima, di recuperare e distribuire il cibo avanzato, non servito

La produzione maggiormente tarata per essere quotidianamente più allineata alla richiesta, viste le percentuali degli scarti, non viene applicata

La primo cibo risparmiato è quello che non si produce. Cuoce in questo caso

Per non far finire tutto nella pattumiera si può anche intercettarlo e ridistribuire. Attraverso, perché no, la contemporanea consegna “da asporto” per soggetti fragili che oggi non han accesso o attendono la distribuzione altrove

Sistemare gli alimenti avanzati, non serviti, in contenitori appositi, per garantirne igiene e sicurezza e etichettarli con le indicazioni del cibo contenuto e le modalità di utilizzo e distribuito alle persone più fragili anche con l’aiuto di Comune, volontariato e alunni stessi..

Così, come modalità di Dad”, far pesare al termine del pranzo agli studenti questi sprechi. Dandosi obiettivi

Stiamo parlando di 2345 alunni che
avanzano ca.1,2 etti di cibo a testa ogni giorno, tutti i giorni.

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LO SVILIRE IL RUOLO

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Ieri è stata approvata la Delibera contenente modifiche richieste da Silea per il proprio Statuto
Un consiglio comunale che la maggioranza – a voce di 4 consiglieri con interventi già preparati – ha svilito e umiliato

Da qualunque parte la si guardi, ancor prima del merito delle modifiche quello da denunciare è lo svilimento imbarazzante del ruolo e dell’etica dell’Istituzione che lì si rappresenta

L’epitaffio della serietà del ruolo e di un Consigliere:​ “non ne abbiamo discusso ma la approviamo lo stesso, la studieremo poi”.
Che più o meno è come pisciare senza tirare giù la lampo. Ti puoi sentire appagato dal tepore ma resta una fesseria

Quelli che fin a che eran opposizione eran pasdaran dei Beni Comuni oggi son diventati meri esecutori di ordini di scuderia Hanno scelto di ratificare cose senza permettere di approfondirle, discuterle e ascoltare le realtà sul tema: da Silea ai lavoratori, dalle associazioni ai portatori di interessi collettivi.
NO, la volontà del Sindaco è il loro dizionario Treccani: Sa lui

Anghileri è riuscito a dire che prima si approfondisce e poi si vota
E un secondo dopo però ha votato
Per la serie: E anche oggi si approfondisce domani

Nessun termine tassativo imminente che obbligava al voto al buio, nessuna commissione convocata per studiare la delibera, nessuna valutazione sui possibili rischi di conflitto di interesse e del codice, nulla che aiutasse a mantenere non tanto le promesse ma l’impegno di non essere solo passacarte, di non svilire il Consiglio

Il Sindaco poi a giustificare l’eliminazione dallo Statuto della “promozione dello sviluppo socio economico del territorio” dice che non può esser quello il compito di una Spa ma è la rendita, il massimo profitto

La rendita è il mantra. E la sinistra muta.
Dopodomani non vi è ragione, per coerenza, nel non aumentare le tariffe

La maggioranza si è fatta scudo dei propri 21 sì, contro gli 11 no della minoranza per nascondersi dietro la paura fottuta che il permettere a tutti di approfondire, confrontarsi, convocare soggetti tecnici e associativi, portasse al reale rischio di un voto negativo. Consapevole ma negativo

Il Sindaco non si è fidato dei propri consiglieri e nemmeno loro di sé stessi

LA SOSTENIBILITÀ FA ACQUA

FB_IMG_15998378346129524Parliamo di scuola.
La prima ora è matematica ma scritto alla lavagna c’è un problema multidisciplinare.
Matematica, ecologia, ginnastica, economia, arte ed educazione civica

Dato che gli studenti che frequentano la mensa a Lecco sono 2345 ogni giorno e ognuno ha disposizione, almeno, 1 bottiglietta di acqua da mezzo litro, che costa ognuna ca. 20 cent di euro, calcolate nell’ordine quante bottigliette di plastica si utilizzano a settimana, al mese e in un anno di scuola, trovate altresì a quanto ammonta la spesa totale e quanto è l’aggravio economico sapendo che l’acqua pubblica costa 1,706€ al m3

Spiegate infine perché il Comune non ne vieta l’uso, delle bottigliette di plastica non dell’acqua, e non dota ogni studente di una borraccia a cui, nell’ora di Arte, imparare tecniche per scriverci il proprio nome sopra

LA SOLUZIONE CAPOVOLGENDO L’IMMAGINE

GLI ALTRI: UNA PRECONDIZIONE

altan-sotto-controlloCi sarebbe un motivo solo per votare Gattinoni al ballottaggio. Gli altri. Gli altri che sono la coalizione di Ciresa e gli altri altri che sono i concittadini.

Perché in fondo è vero. Quelli come me ti ricordano che la coerenza personale è sempre una virtù, tranne quando a farne le spese sono gli altri, altri.

Oltre al fumo passivo, esiste infatti una “coerenza passiva”: pochi possono godersela, altri poi son costretti a inalare le malefiche conseguenze.

Gli altri anche qui sono gli altri, altri. I cittadini. Che non significa allora accettare tutto ma, piuttosto, esser opposizione dentro qualcosa che valga la pena impegnarsi a migliorare, creare.

Il solo motivo non può essere il programma: blando, fantasioso, mancante. Non può essere il consiglio: troppi moderati, clericali, filopartito, già fallimentari.

Il motivo è per una precondizione. Quell’aspetto quotidiano che ti spinge a dire pragmaticamente: non ci sto a votare, a far vincere, a far governare la comunità dove vivo e voglio vivere, da forze politiche, da volti e candidati che nei voti, nei fatti, negli applausi ai propri leader, promuovono l’odio sociale, come lo sono gli altri: la coalizione di Ciresa più che Ciresa.

Quell’odio sociale che ti fa ragionare solo con: A posto noi a posto tutti. Quell’odio sociale che crea una società peggiore, alimenta una società peggiore. Una società che culturalmente tende il braccio più che la mano. Quell’odio sociale verso chi rimane indietro, viene lasciato indietro, viene fatto rimanere indietro.

Poi ogni giorno si continuerà a fare culo e pulci per gli atti, le proposte che la Giunta Gattinoni proporrà, che non ci piaceranno. E ne proporrà.

È questo il solo motivo per votare Gattinoni al ballottaggio.

Perché con questa destra di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, nonostante Ciresa, la caduta sarebbe più probabile e pure più profonda.

Avrei preferito votare una coalizione senza Gattinoni, ma è peggio dover votare Ciresa dentro quell’altra coalizione.

Mauro Rostagno tempo fa, ma potrebbe essere oggi scriveva: “Noi non vogliamo trovare un posto in questa società, ma creare una società in cui valga la pena trovare un posto”. Ecco c’è quel posto da creare, insieme agli altri

Io non vi ho detto niente, sia chiaro. Votate chi vi pare.

SEGGI VUOTI E TRIBUNE ELETTORALI PIENE

FB_IMG_15975832373525961Siccome non possiamo farlo ancora nella realtà del voto, perché servirebbe una riforma Costituzionale, si potrebbe iniziare a esplicitarlo attraverso i dibattiti elettorali che oggi fb e radio stanno programmando in vista delle elezioni

Dar voce anche alle ragioni dell’astensione.
E considerarla anch’essa come seggi da conquistare, sedie vuote in Consiglio comunale da lasciare esplicitamente libere.

Oggi lo schema è obbligato.
Si dà voce e tribuna e quindi si vota la finta e raffazzonata discontinuità del csx di Gattinoni se no ti becchi il cambiamento impresentabile del cdx di Ciresa. Questa è la fine della Storia. Al più puoi votare il raffazzonato e impresentabile Valsecchi

Incastrati per sempre a votare solo il meno peggio di un panorama in sé comunque di difficile deglutizione.

Perché allora non dare legittima voce a tutti quelli che pur recandosi alle urne come tutti gli altri, e comunque usando il proprio diritto al voto, non vogliono votarli?
Si badi bene, andando alle urne.
Per apporre simbolicamente una croce, nella casella ‘Nessuno di voi”.

Per arrivare in futuro a contarlo esattamente quel voto come gli altri, tradotto in seggi Vuoti. Una ribellione visibile a tutti e riconosciuta con pari dignità delle altre scelte.

Tutto questo, come stimolo e fino a che quella quota di cittadini non sarà soddisfatta dalla presenza sulla scena politica di una Vera alterativa, e non più di rimpasti cosmeticamente abbelliti tra il raffazzonato e l’impresentabile.

CIRESA NE VALE DAVVERO LA PENA?

unnamed (6) FB_IMG_15950094978739228Una setta forse ahinoi maggioritaria a Lecco ha messo in prima fila un brav’uomo che evidentemente non ha capito dove è finito, trasformato da uomo di solidarietà a adepto di sostegno.

Ecco servito chi si fosse illuso che Ciresa, almeno il buon vecchio Ciresa, potesse redimere partiti e facce da secoli di gaglioffaggine, barbarie, egoismo, impresentabilità ad almeno 5 futuri anni di virtù e diritti.

Macché, il vecchio Ciresa, è appena il ricalco di quello che era fino a 3 mesi fa.
Ora ha i suoi bigotti, i suoi tutori della fede, i suoi eretici impresentabili sentinelli di piazza, che lo usano in un ruolo non suo.
(tra gli altri quel dott. Gulisano che già un decennio fa diede dell’assassino al papà di Eluana)

Il sospetto, a questo punto, è che la colpa non sia né del tema, né della campagna elettorale, ma della vile, squallida pirlaggine e impresentabilità degli uomini di cui si circonda e che lo circondano, confondendosi.

La domanda prepolitica da porsi è
Ciresa ne vale davvero la pena?