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OGGI, 75 ANNI FA, CI PROVANO ANCORA

25-aprile-resistenza-morto-liberta75 anni fa a Bonzanigo veniva fucilato Mussolini e i suoi gerarchi fascisti da Michele Moretti il partigiano Pietro Gatti.

75 anni fa allo Stadio di Lecco venivano fucilati 16 ufficiali e sottufficiali fascisti della Brigata Nera Leonessa

Oggi il Coronavirus, forse, eviterà a neofascisti, furbastri e meschini militanti di sfilare davanti a questi luoghi per commemorazioni di un regime nefasto e ladro.

In entrambi i luoghi finì l’allora presente della Dittatura.

Da lì troppi nostalgici e vigliacchi, ammantano di epica le gesta di quei gerarchi e militi

Ogni anno ci provano a raccontare che:
“Hanno dato la propria vita per un ideale” . Dimenticando di dire che l’ideale era quello nazifascista che da oltre 20 anni stava massacrando e umiliando popoli e cittadini.

Ci dicono anche che:
volevano un Paese vero”. Dimenticando di dire quale. Il loro Paese vero era quello nazista e fascista, dittatoriale e razzista. Quello delle Leggi razziali, delle violenze, dei campi di sterminio, delle torture, dei soprusi, della guerra, dei gas….
Un Paese così vero che negava democrazia, libertà, giustizia e solidarietà.

A Lecco i fascisti coi nazisti hanno, tra le altre nefandezze, mandato a morire in campi di concentramento e sterminio ragazzi, uomini e donne che il 7 marzo del 1944 hanno avuto forza e dignità di rivendicare pane e libertà.

Eppure ogni anno, oggi, nostalgici fascisti tendono ancora il braccio teso verso la vergogna.

Ci dicono anche che:
I morti sono tutti uguali” ma è da vivi che si giudicano le persone. E poi, per questo, si onoran da morti.

I partigiani lottavano per la libertà I fascisti stavano con i nazisti.
Ricordarlo a chi presenzia al ricordo di uomini indegni da vivi, sarà retorica – e pure inutile – ma è bene riperterlo. E ripeterselo!

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IL CANDIDATO E LA PAPPA PRONTA

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L’editoriale del candidato sindaco per il centro-sinistra Mauro Gattinoni  sul #GiornalediLecco ha la forza rara, o renziana, di essere evocativo e nello stesso tempo, tolta la cornice, un quadro farlocco.

Una narrazione per l’autopromozione. Cos’è la “narrazione”? “Abbiamo abolito la povertà ” è una narrazione. “Lecco non basta a Lecco” è una narrazione.

Una narrazione è il racconto di una cosa immaginaria venduta come vera. Oppure di un allarme comodo e facile che diventi in fretta luogo comune.
Poco importa che dopo 24 ore di ditini alzati e lezioncine, chiarendo i dati veri il grande scoop si rivela in realtà una bufala. Non importa, le notizie si smentiscono, le bufale si smontano, le “narrazioni” restano.

Vi capiterà di sentir dire in giro, magari appunto dal candidato sindaco, che Lecco è bella, ha potenzialità, che bisogna ripartire dalla Cultura e dalle Reti, la scuola per le imprese, le imprese per la scuola, il brand del Manzoni e le infrastrutture, l’alpinismo e il lago, il crocevia e il non perdere il treno e di tutto di più, una lusinga e un luogo comune.

Ecco tutto questo che (già) c’è, per narrazione elettorale ci è venduto come fossimo (sempre) al punto zero.
Questo lusingare la Città ma dire che serve lui che sa e capisce, perché finora non si è fatto nulla, né cultura né reti.
In sostanza: è bella la cornice, ma fa schifo il quadro. Ed è insopportabile perché questa narrazione è, appunto, falsa. Insieme a questo bisogno di atteggiarsi a candidato Premier e non a sindaco di una Città. Come se fosse sminuente.

Questo bisogno di far credere che tutto è fermo e che nulla si è fatto prima. Sul volontariato, sui più deboli e fragili, sulla Cultura, sulle relazioni Istituzionali, sulle infrastrutture, sul ruolo di Città capoluogo.

La retorica della narrazione “Lecco non basta a Lecco”, “da soli non andiamo da nessuna parte”. Come se fino a oggi siamo stati isola in mezzo all’oceano, ciechi e sordi al e con il mondo. Roba da matti.

La realtà invece è che Lecco non ha bisogno e non aspetta e non ha aspettato, per fortuna e capacità, che arrivasse un guru o un bauscia, ha fatto e fa, da sola e insieme agli altri e non ha mai trovato la pappa pronta, né chi gliela condiva per propri interessi.

Lecco credo davvero abbia bisogno più di uno che fa e riconosce quello che è stato fatto bene, da ognuno e da tutti, più che di un bravo bagaj ma spostatevi che “ora ghe pensi mi”.

UN TABLET PER ILLUMINARE QUESTE GIORNATE BUIE DEI RICOVERATI

tablet-ospedali-1024x683C’è, simbolicamente, un ultimo pezzetto di puzzle che manca nell’intero quadro della solidarietà in questo tempo di lotta al Coronavirus.

Quello verso pazienti ricoverati e isolati in Ospedale

A quello verso le infermiere con le “Pizze sospese” si è aggiunto quello all’Ospedale con la raccolta fondi per i macchinari.

Ora potrebbe essere il tempo dei ricoverati.
Coloro che il virus colpisce più duramente.
Un virus che li debilita e isola, fin nelle relazioni. Impedendole.

Per questo, mutuando quello che sta avvenendo all’estero e in alcuni ospedali italiani, perché, se fosse utile, soprattutto ai più anziani oggi ricoverati, non donare un tablet con videochiamate, per provare, almeno in parte, a ridurre le distanze, l’isolamento lungo e forzato da familiari e conoscenti?

Un tablet che al termine della degenza resta in prestito a un altro paziente per poi, quando finalmente questo tempo di contagio sarà finito, esser donato alle scuole della Città o usato per il monitoraggio a distanza delle persone anziane sole da parte degli Enti pubblici?

Oggi ci son facili tablet a poche decine di €

Mi permetto di indirizzare in primis questa lettera aperta, per valutarne innanzitutto la fattibilità con l’ospedale e le Rsa, i promotori di #AMICIDILECCO che a Natale han illuminato come non mai la nostra Città.

Per farsi nuovamente prima promotrice, per dare un’ulteriore luce e illuminare virtualmente e concretamente queste giornate così certamente buie e grigie a chi oggi ricoverato in un letto di ospedale è isolato dalla Città e soprattutto dai suoi affetti lontani

PIZZE SOSPESE X IL PS: COME IL BACIO DELLA MAMMA SULLA BUA DEL BIMBO

PIZZADa settimane è attiva la campagna “Pizze sospese per il Pronto Soccorso”.  Sta funzionando.
Tantissimi cittadini, ben oltre 100, stanno donando. Oltre 250 sono le pizze consegnate. Ci si sta interponendo tra il forno e la cassa per tanti operatori sanitari che stanno dedicando anima, corpo, tempo e fatica alla cura dei pazienti.

Funziona. Tanto che diverse iniziative e gesti autonomi si stanno moltiplicando.

Per questo la portiamo ancora all’attenzione.

Quello delle “Pizze sospese al PS” che oggi è diventata anche colazioni e sushi é solo un piccolo gesto di minima restituzione di gratitudine al personale sanitario che ancora più di prima, in situazioni di difficoltà, rischio, fatica, sta lavorando per tutti noi.

La prima volta, quando una signora ha pagato le loro pizze ordinate, hanno detto che si erano commossi dal gesto. Per questo si era deciso di proseguire, di prolungare un gesto di un giorno in ogni giorno. E la campagna pizze, colazioni, sushi sospese è solo e nient’altro che questo.
È il bacio della mamma sulla bua del bimbo. Non serve a nulla ma serve a tutto.

E grazie al Ristorante SHABU, la Pizzeria RIDA, il Bar SIRIO dell’ospedale, a 1.2.3 Pronto, e agli altri che vorranno aderire possiamo continuare e ampliare l’iniziativa. Ora oltre al Personale del Pronto soccorso, raggiungiamo gli altri reparti e gli operatori della CRI San Nicolò.

Serve l’aiuto di tutto e di ognuno. Qui il link per poter donare o anche “solo” far girare e conoscere.

UN ABUSO DI RISCHIO. L’INTERESSE + ALTO E’ QUELLO DI TUTTI

FB_IMG_15831608220522493E’ voglia di fiducia dire #Leccononsiferma o fare titoli di giornali: “Usciamo di casa”.  Ma è (anche) una cosa sbagliata. Perché scuole chiuse, bar a orario ridotto, cinema, chiese, musei serrati, in sintesi questa riduzione di socialità, è stata presa per valutazioni di prudenza.

E’ una questione di responsabilità. Non bisogna spaventar le persone ma nemmeno sottovalutare il tema.
Resto dell’idea che il principio di precauzione sia, in generale, un buon modo di porsi. Nel dubbio si prendono le misure che possono evitare il peggio, nel dubbio ci si astiene da fare ciò che potrebbe nuocere. Che tradotto non significa altro che ridurre i rischi ed eliminarli laddove possibile.
Non condivido quindi lo slogan (Lecco, Milano  ect..) non si ferma.
Se serve fermarsi per tutelare tutti ci si ferma. E non condivido nemmeno quelli che però così l’economia crolla, quelli degli aperitivi disubbidienti, quelli che però fermare le messe e il calcio non è mai successo, quelli che riaprite che però fermarsi è dire “ha vinto il coronavirus”, e quelli che però il mio interesse è più alto di quello di tutti, come si legge anche nella lettera di “Teatro Invito”.
Però niente.
Perché l’interesse più alto è quello di tutti

Serve prudenza per la salute e altrettanta per far reggere il sistema sanitario.
Se ci scappa di mano il virus e aumenta la necessità di ricovero e cura, non può tenere più il passo tutta la sanità pubblica.

È tempo di concentrarsi su questo e sul darle prima di tutto risorse e medici che le servono, per il tempo che servono, a partire da quelli (soldi e medici) che oggi vanno anche alla concorrenza privata.
Perché, e lo dimostra anche il coronavirus, la sanità pubblica è quella di tutti, per tutti e per qualunque cosa.

È l’unico modo per tornare a curarci di tutti noi.

L’INDULGENZA CHE CI CHIEDONO I PARTITI E QUELLA CHE NOI PORTIAMO

laltra-via1Ci sono gesti sbagliati per i quali è difficile non provare indulgenza. E ci son gesti giusti per i quali è difficile provarne.

In questi tempi di (pre) elezioni siamo circondati da dichiarazioni che valgono per entrambi i casi. Per esempio:
Si deve essere indulgenti con la destra perché non solo non sa scegliere il suo Candidato ma, la sua finta civica “Lecco merita di più” nemmeno il suo coordinatore, infatti ne ha due: Beppe Mambretti e Pietro Galli.
Non si può essere indulgenti con la destra perché i due coordinatori, tra le altre ironie, hanno anche sul Porto alla Malpensata opinioni opposte, ma non è pluralità, è confusione.
Si deve essere indulgenti col centrosinistra che insiste a tenere aperta la porta ad Appello malgrado le continue offese ricevute
Non si può essere indulgenti col centrosinistra proprio perché insiste a tenere aperta la porta ad Appello.
Si deve essere indulgenti con Gattinoni se come sua prima uscita parla di cambiamento e che lui è nuovo e diverso.
Non si può essere indulgenti con Gattinoni se il cambiamento e il riconoscersi che vuole è farsi costruire la propria lista da Cielle.
In tal caso è un candidato migliore per la destra.
Si deve essere indulgenti con l’opposizione quando accusa che le cose non fatte sono responsabilità della maggioranza.
Non si può essere indulgenti con l’opposizione perché oggi si propongono pomposamente di voler governare la Città ma in tutti questi anni non han avanzato nessuna minima idea particolare nè globale della Città, se escludiamo un sondaggio farlocco contro le strisce bianche in via Cavour.
Si deve essere indulgenti con l’assessore Valsecchi che promette Mercato in centro, Ambiente, Viabilità, Turismo, Lavoro,  Montagna, Start up ecc ecc. tutte come priorità prioritarie. 
Non si può esser indulgenti l’Assessore Valsecchi perché in questi anni ha promesso Multisala, Teatro Sociale riaperto, Scuola di Alta Cucina a Villa Ponchielli, Cinema Lariano recuperato, Spettacoli e Opere liriche in Piazza Affari, PalaLecco, Navigazione sul lago, GrandeLecco, Ferrovia interrata ect. ect. ect. Siamo ancora qui, e qualcuno ci crede ancora.
Non si può essere indulgenti con questa Lega, Forza Italia, destra che parla di ecologia, salute, turismo e sono gli eredi e molti pure gli stessi di quel sacco urbanistico di cemento, abbandono, disastro, contenziosi, mancati investimenti, che abbiamo sotto gli occhi da 40 anni pure aggravato nell’epoca Boscagli Bodega Faggi.UELLA CON NOI PORTIAMO