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BORSETTA E MOSCHETTO

foto da merateonline.it
foto da merateonline.it

Che spettacolo indecoroso la conferenza stampa del Sindaco di Lecco sulla lotta all’abusivismo. “La nostra volontà non è quella di prendercela con coloro che sono l’ultimo anello della catena, non ce la prendiamo con i più deboli…” queste sono state le parole, giustificatrici, pronunciate dal primo cittadino Antonella Faggi.

 Almeno, dico io, il coraggio di ammettere che colpiscono il più debole, e lo colpiscono forte (denuncia, carcerazione nei lager Cie, espulsione…) perché ne va del loro consenso, per mascherare la loro impotenza a fare il resto. Immobili a Palazzo, tra beghe e confusione. E allora caccia aperta. I bersagli sono i mendicanti, gli elemosinanti, e, cavolo è concorrenza sleale, qualche abusivo con la borsetta contraffatta. Giocando sulle più deprecabili debolezze umane: la paura ed il disprezzo per l’ultimo. Per “gli ultimi”. Ultimi spesso per volere nostro, tra l’altro. Perseguitare il povero piuttosto che la povertà non è ne lungimirante ne civile. Continua la lettura di BORSETTA E MOSCHETTO

LIBERTI IN PETTORINA e noi?

altan21Ma ce le immaginiamo veramente le ronde in giro per la città?
Uomini prima abituati a fare lo struscio davanti alle vetrine, fuori e dentro i bar, tra un cicchetto e l’altro, a portare sicurezza e conforto.
Un servaggio a caccia del selvaggio.
Un gruppo di volontari che dovrebbe offrire un servizio di vigilanza, un’associazione di cittadini liberi che dovrebbe rastrellare il nostro territorio… macchè “liberi”, è più corretto pensare a “liberti”, come nella Roma antica, anche se questi schiavi sono affrancati non perchè liberati dalla schiavitù legale ma solo perchè sui loro documenti è stata apposta, qui da noi da un sindaco donna, una marca da bollo.
Fieri di un’illusoria posizione sociale, questi servitori si riuniscono in branco per combattere i briganti, offrendo gratuitamente la loro prestazione al governo patronus, alla città del Manzoni, che crea strumentalmente bisogni o paure per distrarre l’attenzione dai problemi della società ed evitare di essere chiamato a porvi rimedio.

E mentre questi prigionieri in pettorina colorata, si affannano a dar prova di leatà, i soliti, pochi, stanno a guardare, forti di privilegi e immunità.
Cosa faranno queste armate Brancaleone dalla corazza ariana e padana? Marceranno, trainando un grande carro con insegne del comune, contro strenui combattenti innalzati su pericolosi carri ponte, sentendosi protetti da scudi fiscali? Rinchiuderanno gli altri prigionieri in gabbie salariali? Ingenui ed illusi armigeri che, pur non provenendo da nobili famiglie, anacronisticamente continuano a servire un cavaliere.

Dov’è la Lecco, civile, cristiana, democratica, libera e unita che s’indigna e si ribella, battiamo un colpo in difesa (anche)  dei migranti, almeno quelli ancora vivi??

Domenica 2 agosto ore 10.25. A Lecco

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La ferita di una città. Il dramma di una nazione. Intorno al cuore nero di questo dramma, di questo mistero ci sono molte, troppe zone grigie che sono più nere del mistero stesso. E che fanno ancora più paura. Questa è una storia che fa paura, che fa rabbia, che fa piangere. Questa è la storia di una valigia, di una stazione e di 85 morti.  E’ una storia vestita di nero, è una storia da basso impero, è una storia mica male insabbiata. E’ una storia sbagliata, per mutuare le parole di De André.  Continua la lettura di Domenica 2 agosto ore 10.25. A Lecco

19 luglio: LA PARTITA E’ – ANCORA – APERTA

19_luglio_2009Oltre 300 cittadini hanno preso parte ieri alla manifestazione in ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta caduti nella strage di via D’Amelio. Anche Lecco ha quindi portato il suo contributo vivo e lucido alla causa portata avanti da Salvatore Borsellino e quanti ancora rivendicano Verità e Giustizia per un omicidio di Stato. In piazza XX settembre c’era uno striscione: “non lasciamo che la nostra indifferenza li uccida di nuovo”. I partecipanti vi hanno firmato sopra con un simbolico pennarello indelebile. Quasi come fosse un contratto; come dire: non durerà un giorno soltanto.

QUI la lettera che Antonino Caponnetto lesse al Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, il giorno dei funerali di Paolo Borsellino. Un invito a non abbandonarsi alla sopraffazione mafiosa. Una preghiera laica per non tradire mai il sacrificio di tante persone perbene.

Complimenti a tutti, di nuovo. A breve foto e video della giornata.

Duccio www.liberofischioinliberapiazza.org

IMPRESSIONI DOPO UNA SPLENDIDA GIORNATA

  

 

Sabato è passato, l’acquazzone pure. La manifestazione è stata sostanzialmente bombardata dall’inizio alla fine. Devo però riconoscere che senza la grandinata, la bufera, il fiume d’acqua, tutto ciò che s’è fatto ieri non avrebbe decisamente lo stesso sapore. Quel qualcosa a metà tra l’impresa e l’avventura.

Il tempo ha giocato a favore di La Russa, è innegabile. Nonostante la grandine, però, le tante, tante, persone assiepate nella scomoda piazza Diaz hanno resistito.
Hanno resistito così come l’intervento di Salvatore Borsellino le aveva spronate a fare: “Resistenza, resistenza, resistenza”.
Beppino Englaro ha portato, con la serietà e la moderazione che lo contraddistinguono, l’esperienza del cittadino che si ribella allo Stato-etico, alla violenza delle gerarchie vaticane e all’ignoranza di chi vuol imporre credenze come fossero paradigmi assoluti.
Gianni Tognoni ha toccato con lucidità la questione dei migranti e delle minoranze; nel mondo dei prevaricatori, questi son i primi a pagare il conto più salato.
A loro va un “grazie” di cuore. Così come Mohamed Ba, mediatore culturale senegalese accoltellato due mesi fa alla fermata del tram nella “città africana” poco distante da Lecco.

Un ringraziamento speciale anche a Moni Ovadia, per il contributo video che non siamo riusciti a proiettare (lo caricheremo tra poco sul canale di You Tube), ad Andrea Satta, a Renato Sarti e Marco Rovelli (per la splendida serata all’Officina della Musica), a Giuseppe Caccialanza per il supporto tecnico e tattico senza il quale la manifestazione non avrebbe avuto luogo, a Franz e Piero, ai ragazzi di Milano e a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione di ieri. Mariacarla, Paolo e Matteo prima di tutti. Quel che lascia la giornata del 27 è complicato da declinare; credo però che le persone resistenti del pomeriggio trascorso, tra una grandinata e l’altra, costituiscano un’occasione. Un’occasione per costruire finalmente un’alternativa al codice culturale imperante. Una possibilità, per questa città soporifera, per riprendere a parlare di determinati temi e contenuti che sempre più a fatica si riescono a trattare. Penso alla Costituzione, alla laicità dello Stato, alla solidarietà verso le minoranze, alla lotta dura verso ogni tipo di semplificazione, ai diritti civili e ai doveri dei governanti. E via di questo passo.

S’è creato un sito www.liberofischioinliberapiazza.org che si propone d’esser la piattaforma per quest’intento. Una volontà che poi possa anche fuoriuscire dal contesto lecchese per arrivare altrove, nel nostro Paese. Un obiettivo che necessariamente prescinde da sigle, nomenclature, simboli o quant’altro. Riprendendosi le piazze della città, le strade e gli spazi si può avviare quel percorso, forse un pò utopistico, per provare a costituire un piccolo tessuto di persone desiderose di confrontarsi e parlarsi. Un reticolo di contatti che abbia sempre più spesso l’opportunità di abbandonare per un istante la propria camera o il proprio posto di lavoro, per incontrarsi fisicamente, faccia a faccia. Questo è l’unico vero ingrediente per fare “sicurezza”. Altro che balle o ronde di turno.

Io la butto lì. L’invito è rivolto a tutti.

PS: Il 19 luglio alcuni di noi saranno a Palermo insieme a Salvatore Borsellino per QUESTO motivo. Per informazioni o dettagli scriveteci.

Duccio Facchini