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-25% vs. +25% FA ZERO? FONDI PENSIONE 2/3

Qui la prima puntata

Proviamo a fare un esercizio.

Hai messo da parte, stai mettendo da parte dei soldi per garantirti una pensione complementare perché quella pubblica – dicono – sarà sempre meno robusta. Lasciamo perdere che gli stessi che lo dicono sono coloro che hanno più interessi nei Fondi pensione che nel lottare per una pensione pubblica, per nuove leggi, per nuove modalità di spesa dello Stato.

Questi soldi che  stai mettendo da parte sono ora un controvalore di 1000.

Al posto di tutelare il tuo futuro e legarti al riconoscimento certo della valorizzazione del Tfr hai avuto la disgrazia di ascoltare la tua banca o il tuo sindacalista o il banchiere ambulante di Banca Etica e appunto, hai scelto i fondi pensione. Sfortuna, azzardo, scommessa andata male, gestione poco brillante, intemperie, ecc ecc. un anno il rendimento di questo montante è -25% (è capitato e può ricapitare) cioè da 1000 sei passato a 750. L’anno dopo (“le perdite subite nel 2008 sono state recuperate”) il tuo valore è “tornato”, è poi salito, del +25% sei andato veramente a pari? Hai recuperato le perdite subite? Hai veramente ancora 1000?

O per caso ora hai 937,5. Cioè meno di 1000?

Voi cambiate il valore astratto di 1000 con le decine e decine di migliaia di euro che può contenere il vostro fondo pensione e fate il calcolo….vi va così tanto di giocarvi la pensione alla roulette? Continua la lettura di -25% vs. +25% FA ZERO? FONDI PENSIONE 2/3

MOSSI DA UN BISOGNO SFRENATO DI INGIUSTIZIA

Il ministro Tremonti e questo Governo (lega inclusa) forse sono furbi. Ma non sono certamente Robin Hood. Sebbene tutti tendono da tempo a farlo credere. Ma si sa siamo nel paese di Arlecchino e Pulcinella le furbate passano, e vengono recepite, come cose da persone capaci, da imitare e da applaudire. La furbizia è intesa come una dote da coltivare, invece è erbaccia da estirpare, ma i tempi sono questi e questo evidentemente ci meritiamo.

Su questo piccolo blog, cercando con l’aiuto del motore di ricerca interno la voce “Tremonti” si potrà, con facilità, ma visti i numeri degli interventi e post con buona e utile pazienza, leggere le puntuali e circostanziate critiche  al ministro Tremonti artefice, insieme a Berlusconi (intento a continuare a farsi gli affaracci propri), di questa crisi italiana oggi incancrenita a livelli ben peggiore di troppi altri Paesi in Europa. Da anni, immotivatamente, si esalta quel furbastro, quel farlocco di Tremonti.

Tremonti ha raccolto e continua a raccogliere, infatti, consensi. “Anche il governo dell’Europa apprezza Tremonti e ne ha dato pubblica comunicazione. Lo apprezzano perfino gl’italiani che non lo votano: un sondaggio di Ballarò-Rai dice che più della metà degli elettori di centrosinistra ne ha un giudizio positivo”

«Sino ad oggi l’Italia ha fronteggiato la crisi mondiale meglio d’altri Paesi» «Tremonti ha messo in campo misure di contenimento del debito», «L’evasione fiscale ha veduto restringersi il suo largo recinto» «il Ministro Tremonti è la salvezza degli italiani è il vero Premier-ombra»

Tutte balle, mi si permetta.

Ed oggi, con il varo della Finanziaria da oltre 70 miliardi, senza opposizione, nel senso che quest’ultima si è accodata alla maggioranza nell’approvarla, forte di questo fastidioso e ipocrita senso dello Stato che trova sempre il modo di fa pagare prevalentemente solo ai più deboli, ai più impoveriti i guasti e gli arricchimenti di altri, Tremonti ha fatto il suo capolavoro.

Non c’è bisogno di riportare qui nessuna tabella, nessuna sintesi della finanziaria, del maxiemendamento del Governo, di fare qualche scoop trovando un altro punto oscuro e malefico nelle pieghe della relazione. Non c’è bisogno perché tutti i giornali non hanno nascosto nulla, l’hanno esplicitata con dovizia di particolari, tutti consapevoli che fosse inevitabile, che le parole del Presidente Napolitano sulla coesione, sul dovere di rimanere uniti, fossero più che sufficienti ad indorare la pillola, a lubrificare la supposta, a tenere distratti e calmi gli oppressi.

Gli oppressi che in questi anni hanno votato per gli oppressori avendo zero riscontro da chi si diceva diverso da quest’ultimi. E negli stessi anni il debito pubblico è cresciuto senza portare benessere, il livello delle tasse mai così alte con maggior peso su pensionati e lavoratori, il tasso di disoccupazione mai così critico, soprattutto quello giovanile; un rapporto Deficit/Pil che più terribile non si può etc. etc.

Io credo che sia bene, finalmente, mettere da parte lo spirito patriottico e padano e concentrarci sulla realtà. Riguardare le tabelle, la sintesi della finanziaria, il maxiemendamento e limitarci a questi, non dando nessun peso, nessuno, ai commenti di parlamentari (di Governo e governo ombra, al Presidente Napolitano, ai mercati ed agli editoriali dei giornali) così da vedere come questa manovra – e questa politica – sia mossa da un bisogno sfrenato di ingiustizia.

Così finalmente potremmo, ognuno ed insieme, dare un risposta,  non ad una domanda buttata lì così ma a quella risolutiva: “Di quanto altro c’è ancora bisogno perché il “furor di popolo” che ancora applaude Tremonti e questo Governo si renda conto della situazione in cui ci siamo finiti e chi ci ha messi?”

poi se si vuole si può anche leggere la Contromanovra di Sbilanciamoci

FONDI PENSIONE DA METTERE IN PENSIONE 1/3

E’ di solo alcuni giorni fa la presentazione della Relazione annuale della Covip, la Commissione di Vigilanza per i Fondi Pensione, che ha fatto partire lo spot a quest’ultimi sulla stampa nazionale e tra i sindacati senza troppo sforzo, con lanci d’agenzia entusiasti e con bugie alemno a metà, spacciate per intere verità.

Già la Covip sembra quell’associazione di arbitri che più che giudicare se le squadre rispettano le regole, tifa e fa promozione soprattutto perché aumentino le partite. Può, visti i tempi, essere logico ma non è serio.

Sulle agenzie di stampa riprese dai giornali che non possono certo prendersi l’onere di leggerla tutta la Relazione – e questo Covip e i gestori lo sanno bene –  lo spot inizia così: “A fine 2010 i rendimenti delle forme pensionistiche complementari sono risultati positivi e superiori alla rivalutazione del Tfr, attestatasi al 2,6%: le perdite subite nel 2008 sono state recuperate”.

1) Sostanzialmente è uguale o diverso?

Peccato che ci si è dimenticati due e più  aspetti non di poco conto.

Innanzitutto un piccolo avverbio contenuto nella Relazione e cioè: “sostanzialmente”. “Alla fine del 2010 i rendimenti delle forme pensionistiche complementari sono risultati positivi; le perdite subite nel 2008 sono state sostanzialmente recuperate.”

Secondo me cambia. Perché significa No, non sono state recuperate.

Se poi andiamo un poco più a fondo e spulciamo le carte della Relazione, che ok sono 257 pagine ma ci si può limitare a quella Introduttiva del Presidente si può leggere –  si legge – la madre di tutte le osservazioni. E di tutti i tranelli.

“Su questi ultimi ha inciso l’allocazione del patrimonio: i fondi con una maggiore esposizione in titoli di capitale hanno beneficiato del buon andamento dei mercati azionari; quelli con portafoglio costituito in prevalenza da investimenti in titoli di debito hanno ottenuto rendimenti insoddisfacenti a causa della flessione dei corsi dei titoli obbligazionari governativi.”

Cioè che significa?

Una cosa semplice che sfugge sempre troppo spesso al lavoratore, per non parlare del sindacalista che è diventato un piazzista povero degli yuppies degli anni ottanta, ma non al gestore dei fondi pensione. Che noi ripetiamo da anni, non bisogna guardare e farsi attrarre dal rendimento, tantomeno del breve periodo, ma dal rischio assunto per provare ad ottenerlo.

E il rischio, tanto più se compri azioni, magari delle stesse aziende che poi licenziano altri operai per massimizzare i profitti, è ben più alto, decisamente più alto del TFR che, non stiamo qui a  ripeterlo è una botta di ferro per tutelarsi pure dall’inflazione.

Andiamo a vedere infatti gli stessi rendimenti sbandierati dalla Relazione (pag. 49 tab.2.7): la media, un poco il trucco dei polli di Trilussa, è del 3% per i Fondi negoziali (quelli gestiti anche dai sindacati) e del 4,2% per quelli aperti (cioè quelli venduti direttamente dalle banche).

Contro il 2,6% del Tfr.

Se però mettiamo il naso nei singoli comparti, nelle singole linee allora si può essere più puntuali. Vediamo infatti che in quelli negoziali la linea garantita ha reso lo 0,2% (oltre il garantito che però non è certo il 3% e non viene specificato dalla Relazione) lo 0,7% per l’obbligazionaria pura, 3,6% per l’obbligazionaria mista e la bilanciata e il 6,2% per l’azionaria. Simili per i fondi aperti, ( 0,7; 1; 2,6;4,7;7,2% per i stessi comparti)

E allora siamo certi che convenga sbandierali?

Quanti rischi ci si è assunti per raggiungere quei risultati? Tenendo conto che non si può cambiare linea e entità di rischio così facilmente, con la frequenza necessaria per una gestione dinamica, trasparente, puntuale, ma te la devi tenere un anno? E se poi ti becchi un altro 2008? Lì l’azionario ha perso il 24,5% per i negoziali e il 27,6% per quelli aperti.  Che fai? (…fine prima parte)

L’ETICA NELL’ECONOMIA E’ UNA BRUTTA BESTIA

Il lavoro è tutto uguale? Proviamo, per capirlo, per rispondere, a metterci nella scala delle priorità.

E’ importante, perché forse è arrivato il tempo, malgrado la pubblicità, malgrado la televisione, malgrado tutto, che sempre di più si vedrà la gente che ha pochi soldi e li deve spendere meglio li spenderà con una scala di priorità che somiglia molto ad una scala etica. E ci sarà sempre più riflesso, somiglianza, sincronia tra una scala di priorità e una scala di valori. Perché l’etica alla fine dei conti è figlia della volontà di ognuno di soddisfare i propri bisogni. Anzi, della necessità di farlo. Così, se oggi dicono che sei inutile perché lavori in una fabbrica che fa macchine per abbronzatura, non stanno dicendo qualcosa campato per aria. Perché non appena una famiglia taglia i consumi, prima del cibo (nutrirsi) verrai tagliato tu. Prima delle medicine (curarsi) verrai tagliato tu. Prima delle case (abitare), prima dei vestiti (coprirsi), verrai tu.

Perché è un dato di fatto, in questi tempi di crisi, che in qualsiasi scala dei bisogni, ovvero dei valori, abbronzarsi nel solarium vale zero. E non appena si porta il consumatore a scegliere (cioè lo si lascia libero di scegliere) secondo una scala di valori, cioè una scala fondata sui bisogni, l’economia diventa etica. E la tua azienda di macchine per pigmentare idioti chiude.

E non è etico anche questo? Nessuno ha mai detto che l’etica sia una passeggiata. E tanto più potrà dirlo adesso. Per trent’anni, quest’economia, questi guru, questi venditori di fumo e di reclame, di consigli per gli acquisti, di top brand, hanno rincoglionito la gente spiegando loro che no, anche le lampade abbronzanti fossero una cosa bella. Che sprecare 300 persone a costruirle fosse bello. Che fosse “lavoro”.

Che fosse “valore”! Ma oggi, di fronte ad una crisi, ad un filotto di schifezze finanziarie, la verità balza sotto gli occhi: siamo i primi a cadere. Siamo stati giudicati inutili da 60 milioni di persone. Una gigantesca elezione, un momento di democrazia assoluta, nel quale gli “elettori” si sono chiesti chi buttare dalla torre, e hanno scelto la fabbrica di lampade per abbronzatura. Hanno scelto la chirurgia estetica che gonfia le tette, l’agopuntura per il gatto, le pubbliche relazioni per il garden party, l’arredamento feng shui. Zac, tagliati.

Da una scelta, da un modello etico, perché la famiglia impoverita sceglie basandosi sui bisogni. Che è “etica” allo stato puro. E il cibo? E l’acqua? E le medicine? No, quelle non si tagliano. La si può vedere, toccare, quindi, l’etica?

MAI COSI’ TANTO E’ STATO USATO PER FARE COSI’ POCO

Per anni dallo spazio siderale si è sentito invocare una crisi purificatrice che togliesse dalle balle un po’ di inutili ed un po’ di falsi e sbruffoni.

Per anni inascoltate flebili voci bucavano l’atmosfera terrestre per sostenere che ci fosse una fantasmagorica fetta dell’economia costituita di inutili, di cialtroni, di persone che vivesse di soldi regalati. Di fuffa. Di speculazione. Di credito facile. Di carte di credito regalate.

Per anni, come un fulmine a cui nessuno presta attenzione dove va a cadere,  reduci venusiani ripetevano come un mantra: “Ehi, questo stampare soldi a razzo sta gonfiando un’economia farlocca, che deve implodere, crollare perché tutti stiano meglio”.

Per anni il bluff non è stato scoperto. Per anni. Quelli ormai passati.

Ora questa crisi che come il sole noi ci stiamo girando attorno, attratti e fragili , è esattamente l’evento traumatico e selettivo che, per anni, dalla galassia han sempre predetto ed auspicato.

FINALMENTE il credito non viene più regalato. Finalmente le aziende meno meritevoli vengono falciate via senza pietà. Ben prima di Basilea3. FINALMENTE, non solo dalla Luna si può osservare che c’è un fattore di selezione che non permette più di stare a galla vivendo di espedienti contabili e creditizi.

Pensate alle telecomunicazioni. Abbiamo costruito le due più incredibili opere che il genere umano abbia mai conosciuto. Le due costruzioni più sconfinate, immense, geniali, della storia. Le piramidi sembrano un giochino da ragazzi, in confronto alla rete telefonica mondiale. Alla stessa internet. Una rete che copre il Mondo.

E per che cosa usiamo questa roba? Per far sapere al mondo che abbiamo mangiato il panettone con canditi e uvetta a Natale. Mai così tanto è stato usato per fare così poco. C’è qualcosa che non va. Di poco o per nulla etico.

Non va perché non può essere che qualcuno debba chiedere l’elemosina per avere potenze nei computer  pari ad uno sputo, e altri ne usino 30 volte tanti per farvi arrivare sullo smartphone la notizia che Clooney e la Canalis si sposano. Girano ben più che le orbite e i satelliti.

Eticamente parlando vero? E girano perché nessuno pensa che fare medicine venga prima. E non serve andare nello spazio siderale per sapere che non può bastare, non è più consolante sapere, che in mezzo ai miliardi (quante sono le stelle in cielo) di messaggini “tvtb” e “ttbt” e “xké”  ci sono anche quelle 600 chiamate al secondo verso numeri di emergenza, tipo pompieri, polizia , ambulanze.

E che quindi tutti quei soldi investiti, tutti quei lavoratori impiegati fanno una cosa bella. Utile. Dovrebbe eticamente invece pesare che sempre di più il fatto che il 99,999% di quelle chiamate siano, in definitiva, l’oroscopo erotico.

Sia la possibilità di usare il cellulare per dire a Facebook che mi sto pulendo il culo a Copacabana. Sia la possibilità di avere in tempo reale una inutile mappa dei ristoranti di HongKong, quando basterebbe chiedere ad un tassista in loco. Abbiamo costruito le due più incredibili opere che il genere umano abbia mai conosciuto. Le due costruzioni più sconfinate, immense, geniali, della storia. Le piramidi sembrano un giochino da ragazzi, in confronto alla rete telefonica mondiale. Alla stessa internet. Una rete che copre il MONDO.

E per che cosa usiamo questa roba? Per far sapere al mondo che abbiamo mangiato il panettone con canditi e uvetta a Natale. Mai così tanto e’ stato usato per fare così poco. E questo non è etico.

DOVE STA ANDANDO “FA LA COSA GIUSTA”?

Forse conviene fermarsi un attimo e parlare di noi, noi che è un poco di più, molto di più, di Esserevento, di Finansol, ma ha lo stesso dna, gli stessi occhi, lo stesso sguardo, la stessa direzione forse, però, sembra, non gli stessi modi per arrivarci.

Anche in rete qualche sussulto sta già emergendo, qualche domanda farsi avanti.

E noi è proprio a queste domande, anche nostre, che vogliamo dare cittadinanza, per elaborare risposte. Dove sta andando “Fa la Cosa Giusta”?

Il prossimo fine settimana, dal 25 al 27 marzo, si svolgerà, a Milano, infatti, l’ottava edizione di questa Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Ormai ci vanno tutti. A visitarla. E quasi tutti a vendere i loro prodotti. E’ cresciuta enormemente negli anni, del 30% solo nell’edizione dello scorso anno, arrivando a 65.000 visitatori, 630 giornalisti accreditati e ben 620 espositori. Continua la lettura di DOVE STA ANDANDO “FA LA COSA GIUSTA”?