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oggi M’ILLUMINO DI MENO, e poi anche domani….

L’enfasi con cui gli Enti aderiscono ogni anno alla bella iniziativa “Mi illumino di meno” è un segno che va sottolineato come buon auspicio. In questi anni Lecco non ha mai mancato.

Ha mancato, però, di dar seguito a questa giornata, delegando sempre ai soli cittadini, ai soli privati, le buone pratiche per rendere più sostenibile la nostra città. Non si è mai assunto a livelli di Ente pubblico, impegni misurabili e palesi, per scelte autonome. Non l’ha fatto con le passate amministrazioni, per altro mai pungolate, sollecitate, aiutate, dall’allora opposizione dentro/fuori il Palazzo. Non sembra, a parti inverse, che lo stia facendo questa nuova. Ovviamente sto parlando di un’assunzione di impegni misurabili, programmati, verificabili dai cittadini. In fin dei conti è quasi un anno che stanno governando questa città. Alcuni segni, svolte, esempi, dovrebbe essere lecito vederli.

Diversi Enti che anche aderiscono a “M’illumino di meno”, hanno già buone pratiche virtuose, qualcuna pure di rapida e facile attuazione, che non sembra alberghino nella nostra. Solo per citarne alcune (10) che trovate anche qui di lato a sinistra, permanentemente:

1) Ecofeste comunali: cioè un regolamento, vincolante, dove riduzione dei rifiuti, utilizzo di stoviglie lavabili, di prodotti locali, di acqua di rubinetto ecc. sono la precondizione per le necessarie autorizzazioni. Continua la lettura di oggi M’ILLUMINO DI MENO, e poi anche domani….

COMPENSAZIONE ECOLOGICA se non ora, quando?

Sul mostro edificabile autorizzato in via don Pozzi sono chiare le responsabilità.

Splendida è stata la lettera sulla provincia di Lecco del sig. Umberto Cogliati di un’onestà e lucidità intellettuale rara di questi tempi. Ognuno di noi si può, con facilità, formare un’idea concreta leggendo la stampa di questi giorni.

Ma andando oltre, l’urgenza è quella decidere che si fa, si deve fare, per il futuro. Per salvare la vivibilità della nostra città.

E’ indubbio che, finora, il consumo di suolo, soprattutto negli ultimi decenni, ha significato speculazione edilizia a vantaggio di pochi operatori immobiliari e a scapito dell’intera comunità e uno stato di ‘dipendenza’ per i comuni, che hanno lottizzato per ottenere entrate economiche tramite gli oneri di urbanizzazione.

La speculazione immobiliare non produce sviluppo durevole, ma solo accaparramento di rendite. E l’ultima crisi finanziaria globale, non è un caso, ha avuto come epicentro e primaria causa appunto la bolla immobiliare. Andrebbe ricordato anche questo ai difensori acritici dei costruttori

Serve, ora, approvare con urgenza, un ordine del giorno che modifichi in maniera residuale e restrittiva i criteri di stima delle monetizzazioni perché non siano “regali” ai costruttori. Ma subito dopo serve andar ben oltre.

Cioè approvare un vincolo di “Compensazione ecologica”. Ce l’ha insegnato, in diversi incontri anche qui a Lecco, il Sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Mi) Domenico Finiguerra.

Non mi sembra una proposta secondaria augurarsi quindi che rapidamente anche il nostro Consiglio Comunale si pronunci cioè per raggiungere l’obiettivo di rendere obbligatorio prioritariamente il riuso delle aree dismesse o sottoutilizzate che devono anche essere individuate e quantificate con la mappatura comunale, per far fronte ad ogni nuovo bisogno insediativo.

Solo poi, quando si dimostra che è inevitabile usare suolo libero, lo si autorizzi, ma appunto imponendo l’obbligo di compensare la perdita di valore ambientale, ‘costruendo natura’ su una superficie doppia a quella consumata, rendendola fruibile alla comunità locale.

Il principio di compensazione ecologica è null’altro che un atto di civiltà. Queste opere di compensazione, ovviamente devono essere realizzate prima di ottenere il permesso di costruire e prevedere il vincolo a finalità di uso pubblico di carattere ecologico-ambientale.

Lecco è una città meravigliosa. Viviamo seduti su una miniera d’oro. Ma la stiamo usando come latrina.

Fermare il consumo di suolo agricolo e la cementificazione non richiede particolari preparazioni tecniche, ma una fortissima volontà politica. Ce l’avranno questa Giunta e questo consiglio?

Mense scolastiche E I PASTI DEI NOSTRI FIGLI

Poco prima di Natale la neve ha provocato la ritardata (o mancata) consegna del pranzo nelle scuole cittadine. L’assessore all’Istruzione, Francesca Bonacina, ha promesso di studiare un piano per far fronte alle emergenze. Nell’attesa di conoscerlo è bene cogliere l’occasione per fare ulteriori ragionamenti sulle mense scolastiche. Troppe cose non vanno o si sottovalutano, al di là delle emergenze climatiche.

La ristorazione scolastica, che in Italia vale 1,8 miliardi di euro, all’anno, ha come abitudine quella delle gare d’appalto aggiudicate al massimo ribasso, anche se i pasti sono quelli dei nostri figli. Quella di Lecco non fa eccezione. Aggiudicato per il periodo 2009-014 al colosso Avenance e Ristorazione e Servizi per le Comunità,  ha un valore di 9.250.000 e serve 400.000 pasti annui.

Settimana scorsa si è parlato degli avanzi/sprechi del cibo. Ben oltre il fisiologico. Infatti il 30%, come l’assessore ai Servizi sociali, Ivano Donato, ha confermato, è aberrante.  1/3 del cibo prodotto non può trovare consolazione solo nell’auspicato impegno (meritorio) di recupero, con il Progetto Last minute market, ad uso caritatevole. Il 30% è anche un dato spaventoso in termini di costi inutili/impropri. Costi girati sulle famiglie con il prezzo del buono pasto. Buono pasto, tra l’altro, mica tanto equo. Avendo, per scelta del Comune, solo 3 sole fasce di prezzo. Quello di 1,55 euro, per la fascia più bassa, 2,55 euro per l’intermedia e, infine, per la fascia più alta, un buono pasto dal costo di 4,10 euro. Una finta differenziazione nel concreto perché le fasce sono improponibili, farlocche, pochissimo progressive, tendenzialmente discriminanti.

Per avere il minor costo del pasto (1,55) una famiglia di 4 persone deve avere un reddito complessivo, al lordo degli oneri deducibili, di max 14.151euro l’anno. Con poco più del doppio (28.818) il costo diventa già quello massimo. Per pagare il massimo, inoltre, è sufficiente superare i 22mila euro se si è in 2 in famiglia. Se si ha un reddito complessivo tra 18 e 19500 euro serve essere almeno in 7 in famiglia per poter pagare la cifra più bassa. Improponibile oltre che improbabile. In un solo anno le tariffe sono poi aumentate, per le 2 fasce più onerose, di oltre il 7%. Continua la lettura di Mense scolastiche E I PASTI DEI NOSTRI FIGLI

oggi sabato ore 16 – BASTA MAFIA

Anche se non ti occupi della ‘Ndrangheta questa si occupa comunque di te.

E’ da questo punto che vogliamo partire per dire che è giunto il tempo di mobilitarsi. Mobilitarsi per denunciare senza ipocrisie o facili allarmismi che la ‘Ndrangheta, la mafia di matrice calabrese, è presente nella nostra città e nel nostro tessuto sociale, economico e imprenditoriale.

SABATO 23 OTTOBRE, ORE 16 — PIAZZA DIAZ (stazione FS), LECCO

La mafia inquina il tessuto sociale, avvelenando con violenza (fisica e psicologica) ciò che le persone perbene cercano di costruire e difendere ogni giorno. E’ perciò spregiudicato aver denunciato chi, carte alla mano, lavora affinché accresca la coscienza del fenomeno mafioso in città. E’ un atteggiamento sbagliato ed è anche per questo che manifesteremo.

Lo Stato deve perseguire le mafie, non chi ne denuncia la presenza.

1. Per un’azione di informazione e sensibilizzazione su un tema troppe volte taciuto.
2. Per una gestione oculata e trasparente dei beni confiscati alle mafie.
3. Per chiedere che le parti sociali stringano patti di trasparenza in materia di appalti.
4. Per uno Stato che persegua la mafia e non chi ne denuncia il radicamento.

Tu da che parti stai?

DEPURATORE

Il proposito della Giunta Brivio di intervenire sul depuratore della città per farlo diventare passabilmente tale è saggio e lodevole. In linea di principio. Se non altro si esce da un’impasse annosa e da un’ambiguità non più sostenibile, quella di pagare un balzello per avere la licenza di calpestare le leggi e di avvelenare i cittadini e il nostro territorio.

Detto ciò, bisogna però aggiungere che se la somma a ciò destinata, circa 300.000 euro, potrà coprire l’intervento di ripristino del regolare funzionamento dell’impianto di depurazione di tutte le acque reflue della città, ben vengano tale spesa e la sollecitudine dell’Amministrazione in questo ambito.

Se invece si tratta di un intervento temporaneo, se non estemporaneo, di minima rilevanza, incidenza sul problema depuratore che si trascina ormai da anni, anzi da sempre, forse è meglio frenare, lasciar perdere questo proposito e imboccarne magari un altro. Continua la lettura di DEPURATORE