La benzina in più avuta grazie al buono benzina bisognerebbe usarla per dare fuoco allo stesso buono benzina. E’ufficialmente partita la lunga marcia di avvicinamento alle elezioni primaverili ed allora sotto con l’arruolamento della claque. E’ mai possibile che un’Amministrazione pubblica faccia del basso populismo? Una politica di mobilità, non dico sostenibile, almeno però un poco lungimirante è mai possibile che stenta a vedersi, ad essere solo pensata dalle amministrazioni locali: provincia, regione o comune di Lecco che siano?
Sconti sulla benzina anche in territorio di Lecco, in una fascia di 50 chilometri dal confino svizzero, è infatti la proposta bipartisan – PDL/PD (quindi già, di fatto, approvata) – del Consiglio provinciale che si svolge lunedi. Invasi da asfalto e cavalcavia, perennemente a rischio investimento, drogati da gas di scarico e Co2, da rotonde (care, per giunta, come l’oro) non si sceglie di incentivare, almeno con quei soldi, politiche di utilizzo dei mezzi pubblici o collettivi, si sostiene, invece, chi i mezzi pubblici contribuisce a penalizzarli. Le auto.
Si chiedono soldi per 2 gocce di benzina in più e si aumenta contemporaneamente il prezzo del biglietto di treni ed autobus. Ma poi di quanto deve essere questo buono benzina per rendere effettivamente appetibile non andare in Svizzera a fare il pieno?
Ora questi incentivi, attuati da tempo dalla Regione ad esclusivo sostegno dei benzinai confinanti con la Svizzera – mica per gli automobilisti che o di qua o di là pagavano e pagano sempre scontata la benzina – che logica hanno di essere richiesti e riprodotti per la nostra provincia, cioè per chi in Svizzera è improbabile che ora ci vada per manifesto azzeramento della convenienza?
Non è più sostenibile, intelligente dirottare queste centinaia di migliaia di euro per migliorare il servizio pubblico, riducendo il biglietto del bus e/o del treno, sviluppando una mobilità collettiva come l’autocondivisa (car-pooling) cioè più persone sulla stessa autovettura, possibilità nemmeno troppo complicata, se incentivata, per il percorso casa-lavoro e casa-scuola. Bucare finalmente il sottopasso di via Balicco, promuovere bici a noleggio come mezzo alternativo di trasporto cittadino, piste ciclabili, all’interno però, della mobilità urbana?
No, manco una mezza idea! I politici di destra e centrosinistra provinciali (chissà cosa voteranno Verdi e Rifondazione in Consiglio?) di comune accordo si limitano a ragionare sulle come sperperare le mance. A questo punto, vista la zero lungimiranza e capacità progettuale a media distanza, c’è solo una cosa che non riesco a capire: perché i politici lecchesi si ostinano a occuparsi di politica, visto che è una, delle (tante) cose che non sono assolutamente capaci di fare?
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