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IL PANE DI BOCCA

La questione del caro mensa scolastica è veramente preoccupante.

Due miei bimbi ne usufruiscono proprio alla scuola di Acquate dove sta nascendo una protesta e, se non si è insensibili, anche se questo aumento non tocca le famiglie della città è bene essere uniti e ragionare in termini solidali e collettivi.

E’ imbarazzante e ingiusto, per giunta, che i miei bimbi paghino meno di chi, oggettivamente, ha la sfortuna di avere meno possibilità economiche.

Ed è inoltre diseducativo che alcuni bimbi siano costretti a portare la “schisceta” da casa e mangiarla in bidelleria o in mensa, perché non possono accedere allo stesso cibo degli altri. E, non ultimo, i genitori non possono, per regolamento, nemmeno portarli a casa. Tra l’altro finchè li faranno mangiare in bidelleria cosa non così scontato che continuerà.

E’ altrettanto paradossale che, senza pensare alternative, il Comune di Lecco, abbia fatto ricadere immediatamente sulle famiglie questo rincaro. Come se queste non fossero già vessate.

Oltre che suona assurdo e come una beffa il fatto che si aumenta il costo della mensa e nello stesso tempo c’è, verificato dallo stesso Comune, uno spreco di cibo di oltre il 30%.

Per non parlare della qualità non ottimale e del  cibo stesso arriva da un centro cottura che si trova dall’altra parte della Provincia con tutti gli annessi e connessi. Ma la domanda altrettanto importante è: Quant’è l’ammontare del risparmio per il Comune con questa sua scelta di far pagare ai non residenti il prezzo pieno? L’assessore Bonacina ha detto “90.000 euro circa”.

E con faccia tosta, zero vergogna, totale indecenza, arriva a contrapporre il cibo dei bimbi con l’assistenza ai disabili. O l’uno o l’altro, sentenzia. 

Andate a vedere (e diteglilo anche all’Assessore) quanto costa l’Addetto stampa del Sindaco giusto per farvi salire un attacco di bile. Andate a vedere quanti soldi, a pioggia, danno per mercatini, iniziative spot per associazioni e amici dell’Amministrazione.

Evidentemente il Comune preferisce togliere il pane di bocca ai bimbi.

Infine dovremmo, simbolicamente dare ai nostri figli, tutti, la “schisceta”, inizialmente per un paio di giorni la settimana. Il Comune invece dovrebbe, tornare sui suoi passi e, da subito, mettere nei programmi l’idea di costruire in città un proprio Centro cottura, eventualmente in project- financing, utile anche per la prossima apertura dell’università. Così da abbattere i costi del servizio.

i nostri precedenti art sul tema mensa.

1) mensa i pasti dei nostri figli  16 gennaio 2011

2) La mensa leghista di Adro 15 aprile 2010

3) La scuola e la mensa di traverso 17 febbraio 2009

4) Niente mensa 2 febbario 2009

E’ CASTA STAMPATA

Mi ero sempre chiesto il perché poco a poco le edicole sono diventate più grandi degli ipermercati, ora l’ho finalmente capito.

Non aprite questo LINK potrebbe spappolarvi il fegato peggio di un’epatite.

Se però avete fatto il vaccino e siete di stomaco forte, magari potreste trovare un motivo da destra, da sinistra, da populisti, da intellettuali, da uomini qualunque, persino da anarchici, per gridare BASTAAAAAA!!!

Perché  l’Italia,  questo paese di meringa siamo io, tu,  lui,  lei, noi, voi, loro, Gasparri, Cicchitto, Berlusconi, Veltroni, Bersani, Vendola, la cisl, la uil, la cgil e anche il mago Othelma.

Se non siamo in grado neppure di pretendere ed ottenere la fine di simili rapine, come possiamo pensare di poter uscire dalla crisi che stiamo passando!

Dobbiamo per forza aspettare l’acqua gelida uscire dai nostri rubinetti a gennaio, e solo quella, per riprenderci quello che ci è stato rubato? Forse per una doccia calda si potrà fare la vera rivoluzione: Acqua calda per tutti, contributi all’editoria per nessuno! Continua la lettura di E’ CASTA STAMPATA

AL DIRITTO? DIRITTO DE CHE

Leggo sul mio estratto conto dei contributi INPS che ho 57 settimane di servizio militare  ”al diritto” , ossia da considerarsi per il conteggio del raggiungimento dei 40 anni per la pensione di anzianità.

Vedi estratto tabella:

inps contributi

Ho sempre sostenuto che i diritti acquisiti siano un po’ come la libertà e cioè che debbano tenere conto di quelli degli altri. Continua la lettura di AL DIRITTO? DIRITTO DE CHE

LETTI PER VOI (recensioni a perdere) 4

In questo week end ferragostano ho letto La fabbrica dell’obbedienza (E. Rea, Feltrinelli, 2011) . Testo difficilmente classificabile , in quanto non è un romanzo né un saggio, ma piuttosto un lungo sfogo, come ammesso dallo stesso autore, dove si individuano le origini del carattere e della mentalità diffusa fra gli italiani nel nefasto influsso della chiesa cattolica dai tempi del concilio tridentino in poi. Obbedienza ipocrita, timore reverenziale, certezza di impunità, e altri tratti distintivi facilmente riscontrabili nell’italiano medio sarebbero determinati dall’influenza della controriforma che ha soffocato l’umanesimo e il rinascimento italiano a partire dal XVI secolo. La lettura non risente del metodo di argomentazione, volutamente disordinato. Si viaggia nel tempo con excursus nel periodo prebellico (fascismo), nel risorgimento, il ‘700 illuminista, per tornare ai mesti giorni nostri.

A sostegno delle sue tesi Rea ricorre agli studi del filosofo Spaventa (a me finora sconosciuto, ma spesso citato) e rivela sconcertanti lettere, come quella di Leopardi a un vescovo per piatire una raccomandazione e quella incredibile di Marrazzo che chiede pubblicamente perdono al papa per ciò che ha fatto (!). Continua la lettura di LETTI PER VOI (recensioni a perdere) 4