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QUESTO MATRIMONIO (NON) S’HA DA FARE

Non siamo un paese civile.

L’insensibilità e assurdità burocratica di uno Stato che rincorre ed alimenta le sue paure e fobie ne sono la riprova. Impedire un matrimonio, a 5 minuti dal suo inizio, come successo ieri l’altro a Valmadrera (LC), perché il futuro sposo risulta essere clandestino, sebbene le carte per la richiesta dell’unione civile e il suo stato di immigrato irregolare erano a conoscenza del Comune è umiliante. Vergognoso. Ma non per Mohamed Bachar e Cinzia Mossini, i due futuri sposi. Per noi evidentemente apatici cittadini di questo Stato. (se vuoi leggere anche il resto, continua qui)

PROMUOVETE BOSSI RENZO

Vicino a Lecco c’è un tizio (uno dei tanti) che quando parla Bossi va in trance mistica. E lo segue come lo schiavo fa con il padrone. Niente di così efferato, intendiamoci. A leggere il comunicato stampa del giovane esponente padano viene da chiedersi da dove attinge, il dott Pasquini, questa micidiale facondia, in grado di sbaragliare anche il più munito degli avversari? Qui in Italia si mormora che, lassù in padania, lavori per lui un agguerritissimo staff, che ha selezionato una ricca serie di frasi inoppugnabili. Tra le quali: “Il bue da del cornuto all’asino” “La canaglia centralista” ;“troppi lacci e lacciuoli”;la Padania è ormai nel cuore di tutti”; “lo stipendio che percepiscono è pagato con le nostre tasse!”. In ogni occasione ufficiale, il dott. Pasquini – o qualche Ministro di verde vestito   ne estrae a sorte una, o tutte assieme come in questo caso. E (qui sta il difficile) la dice.   Il padrone si sa è più sottile e nell’occasione forte del senso di giustizia e di interesse collettivo che lo muove ha gridato a gran voce l’urgenza di una Riforma della scuola. Ed ha parlato chiaro. Umberto Bossi: domenica ha spiegato, durante un comizio, che “un nostro ragazzo è stato bastonato (dagli insegnanti meridionali, evidentemente) agli esami perché ha portato una tesina su Carlo Cattaneo” Bocciatura? La colpa è ancora dei professori, ai quali sempre sfugge la grandezza dei geni. Poi “ancora una volta la stampa italiana di regime, al soldo dei padroni di turno” (un’altra delle frasi top dello staff padano) va a cercare chi sia quel “nostro ragazzo che è stato bocciato”.Toh! E’ Renzo, il figlioletto del re, Bossi – già designato, come in tutte le democrazie futuro capopopolo dei padani – che si è presentato da privatista davanti alla commissione del collegio arcivescovileBentivoglio” di Tradate per sostenere l’esame di maturità scientifica, ma ahinoi. Bocciato per il secondo anno consecutivo.

A bocciare il giovane Bossi non è stato un conclave di insegnanti del profondo sud, ma una Commissione al 75% nordista. La verità su questa vicenda è di una banalità sconcertante: tutte le prove scritte e orali del ragazzo sono state insufficienti. Se bastasse una tesina sul proprio argomento preferito a giustificare una promozione, l’esame di maturità non avrebbe alcun senso, commenta la commissaria esaminatrice.

Però, in questa terra di libertà e di meritocrazia, lo studente Renzo, un lavoro già ce l’ha. E solo per modestia il patriota dott Pasquini ha, con pudore, evitato di sbandierare nel suo comunicato. Attualmente Renzo Bossi è in servizio al Parlamento europeo con la qualifica di “assistente accreditato”. E’ stato papà a farlo assumere, insieme con lo zio Franco. Pertanto anch’io mi unisco al plauso e “ringrazio il Ministro delle Riforme per aver messo ancora una volta il dito nella piaga e per aver aperto gli occhi a chi non vuol vedere e le orecchie a chi non vuol sentire”Per il giovane padano dott. Pasquini, evidentemente bisogna attendere. E credo molto.

 Il dott. Pasquini, nei momenti più impensati, trova però sempre il modo di tenerci allegri. Grazie  ( se vuoi leggere anche il resto, continua qui)

UN VEGETARIANO IN UN NEGOZIO CON L’INSEGNA MACELLERIA

E’ positivo che la Fondazione Cariplo abbia individuato ed assegnato ad Etica Sgr il compito di Advisor per la valutazione sociale ed ambientale dei propri attivi finanziari. Questa scelta riconosce la visibilità di Etica Sgr ed evidentemente anche le professionalità.  Non è un lavoro semplice, infatti, analizzare gli ampi e decisamente consistenti investimenti – 9 mld € quasi tutti gestiti tramite il paradiso fiscale del Lussemburgo – della prima Fondazione in Italia e tra le primissime nel mondo. E’ molto negativo che Etica Sgr, essendo parte di BancaEtica, abbia accettato di svolgerne il compito. Perché siamo realisti, basandoci sul comunicato stampa, è solo marketing. Per la Fondazione certamente.

E’, infatti, facile notare che dopo l’analisi di Etica Sgr, “la Fondazione Cariplo non avrà vincoli (obblighi) nel dismettere i titoli segnalati come non corrispondenti ad una adeguata sostenibilità sociale e/o ambientale”.  La sostanza con altre parole è: “Voi Etica Sgr dite pure noi però facciamo come ci pare”. Punto.

Perché credere e far credere, come afferma Alessandra Viscovi, direttore generale di Etica Sgr, che l’idea di puntare sull’etica come screening per gli investimenti indica la volontà di seguire le buone prassi della responsabilità sociale di impresa (Csr) anche nella finanza, è, come minimo, ingenuo.

C’è bisogno di professionisti, di persone della finanza, per fare una valutazione sociale alla Fondazione Cariplo per capire se potrà essere positiva, se potrà avvalersi di un rating da mostrare con orgoglio? O invece basta, o dovrebbe bastare, osservare che la Fondazione Cariplo detiene oltre il 4,5% di azioni di IntesaSanpaolo, titolo strategico e che non venderà certo solo per il fatto che Etica Sgr dirà, dovrebbe dire, che finché tale partecipazione resterà tra i propri investimenti, nessun rating positivo può essere nemmeno pensato? 

Un vegetariano si mette a cercare seitan in un negozio se già dall’insegna legge macelleria? Il tema è sempre quello, le ragioni pure, e sono sempre quelle perché nulla è cambiato, e purtroppo nulla cambierà, in una Banca e la sua Fondazione, finchè hanno ben piantati i piedi nel sistema finanziario e speculativo di questo mondo globale, il resto, la beneficenza, la loro Banca Prossima per il sociale, è solo un accidenti, è solo marketing. (se vuoi leggere anche il resto, continua qui)

L’IMBROGLIARE LE CARTE DELL’EX MINISTRO CASTELLI

Ieri son tornato da un breve periodo di ferie da piunizione e leggo gli arretrati de La Provincia.

Sbigottito mi soffermo su una piccola notizia e commento del senatore Castelli dopo la sentenza sui fatti di Bolzaneto del G8 del 2001. Le energie che avevo recuperato con le ferie tornano a zero. Leggo infatti testuali parole di Castelli: Ero sicuro che si sarebbe accertata la verità dei fatti. La verità non piace a tanti perché il teorema è stato smontato» «Io ero lì in quei giorni e nessuno dei presenti mi ha mai detto niente sulle presunte violenze. Se solo una persona avesse denunciato non mi sarei mosso da lì, sarei rimasto per impedire qualsiasi abuso».

Ecco questo è imbrogliare le carte. Che non può essere sottaciuto.

L’ex ministro Castelli non può trovare platea e arrogante libertà per far finta di essere innocente o che i fatti sono andati come li racconta lui. Le chiedo perciò Direttore di permettermi, stando ai fatti, di riportare l’ex Ministro, alle sue responsabilità, morali e politiche, emerse dalla sentenza. Il tribunale di Genova – con la sentenza – ha riconosciuto che le vittime hanno raccontato la verità, e cioè a Bolzaneto vi sono state le violenze che abbiamo ascoltato in questi mesi nelle aule del tribunale e troppo poco letto sulla stampa. (se vuoi leggere anche il resto, continua qui)

LA VERGOGNA BECERA E IMPUNITA SUL CASO ELUANA del dott gulisano

Fa veramente schifo la suadente pacatezza che il dott. giulisano – senza vergogna utizza in fondo nei fatti parlando a nuora: “la corte con la propria sentenza”, perchè suocera intenda: “il signor Beppino Englaro, il papà di Eluana”

Con parole di una volgarità e di un’ignoranza che fanno solo il paio con il silenzio di chi a queste parole non fa argine, muro e scudo ricacciandole in bocca a colui che dall’alto della sua protervia ideologica prova (non riuscendovi suo malgrado) a umiliare una famiglia, un uomo, un padre già dilaniati nel dolore di una vicenda lunga, snervante e personale.

 La schifosa volgarità del dott. gulisano, con queste sue testuali parole: “Il paradosso è che chi vuole la sua morte si aggrappa ad una frase che ancora adolescente avrebbe pronunciato dopo la visita ad un amico in coma dopo un incidente, per cui avrebbe preferito morire piuttosto che rimanere attaccato ad un tubo. Un’ argomentazione espressa emotivamente può costituire il fondamento di una condanna a morte? Crediamo di no. Risalire alle visioni del mondo del paziente, che nessuno può dire ancora attuali, significa definitivamente di non tenere conto della reale volontà del malato, che, per essere libera, deve essere attuale, circostanziata e contestualizzata”  Parole pregne di superbia vogliono farci credere – per un proprio schifoso interesse di ruolo – che, la famiglia, l’uomo ed il padre di Eluana vogliano per evidente puro interesse personale, egoismo e fredda aridità di cuore condannare – applicando la pena di morte -la propria figlia, per giunta contro la volontà della stessa. Perchè si rende accettabile e non si fa scudo e argine a parole come quelle becere ed impronunciabili – si impronunciabili – del dott gulisano, e si aggiunge dolore, strazio e morte all’esistenza già devastata della famiglia Englaro? A prescindere da come uno la pensi sulla penosa vicenda di Eluana perchè passano sotto silenzio le beote effermazioni di uno che dispensa gocce di morte nel cuore degli uomini davanti alla pietà? (se vuoi leggere anche il resto, continua qui)

AI SILVII E AI WALTERII

 

AI SOSTENITORI DELLE IMPRONTE ED AGLI ELETTORI DI WALTER E SILVIO

Ho l’impressione che abbiate girato poco il mondo.
Perchè vedete, gli stranieri non esistono più, siamo tutti cittadini del mondo,
di questo piccolo mondo che ti porta in Kenya per il safari in business class in qualche ora
e che ti porta a Lampedusa in qualche mese, un po’ a piedi attraverso il deserto, un po’ in gommone attraverso il mare della speranza…se ci arrivi vivo. Può non piacere, ma è così e indietro non si può tornare o forse bisogna aspettare che la “delocalizzazione” trovi finalmente il posto che uno vale l’altro…..
Certo era bello quando si potevano comperare le ragazze dell’est con quattro biro od un collant, quando bastava spostare la fabbrichetta di qualche centinaio di km per pagare gli operai un decimo di quello che si pagano qui, quando il petrolio era tutto per noi “occidentali” e i nostri Suv. Che vuoi farci, le cose cambiano, bisogna sapersi adeguare senza rincorrere sogni impossibili, come ridare Milano ai milanesi…..a proposito, ce ne sono ancora? E siccome è palese – lo dice ora la Banca d’Italia e da tempo i lavoratori – che i salari sono ai livelli di 15anni fa a differenza di profitto e rendita che sono sempre più alte, con una redistribuzione all’incontrario della ricchezza, io tenderei ad invitare i seguaci di maroni a focalizzare le priorità di allarme sociale in direzioni più efficaci, vicine e risolutive. (se vuoi leggere anche il resto, continua qui)

a forza di essere vento