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L’idea e l’iniziativa di una colletta per i più bisognosi promossa in questi giorni dal Prevosto mons. Cecchin nonché dal Cardinale Tettamanzi “è cosa buona e giusta” che merita sostegno e ringraziamenti. Pubblici. E’ una proposta che va replicata in tutti gli ambiti possibili.
Perché, come diceva Brecht, non si può cambiare il mondo e non tenere conto che fuori c’è uno che muore di freddo, ora. Se non gli si dà una coperta nel frattempo che noi cambiamo il mondo quello crepa di freddo. Perciò ben venuta beneficenza.
Mi permetto, in aggiunta, ragionare anche per individuare un modello che riconosca sia la dignità del ricevente che la stortura del sistema che ha impoverito ed impoverisce sempre più persone. Sempre più nostri concittadini che non sono oltre la soglia dell’indigenza ma di questo passo non può bastare più nemmeno la illuminata beneficenza.
Perché come ha riconosciuto lo stesso Prevosto quest’ultima ha dei limiti.
I limiti sono evidenti e seppur non inficiano la bontà del progetto appunto lo limitano.
Consapevolmente. Il tempo ristretto dell’iniziativa della parrocchia: è, infatti, racchiuso nei 20 giorni delle festività natalizie.
La forma: beneficenza attraverso offerte in Basilica che, con evidenza, ne circoscrivono l’entità
I destinatari: nominativi recuperati dal centro ascolto della Caritas che ne delimita il bacino.
Oltre ad auspicare che la lungimiranza del Prevosto contagi e sensibilizzi altri settori sociali del territorio facendo propria l’iniziativa, è giusto riconoscere che molte potenzialità e valenze sociali rimarrebbero comunque inespresse.
Per queste credo sia urgente e necessario pensare, insieme ad un modello di sostegno e interazione per tutti quei soggetti che non passano al Centro ascolto Caritas. Continua la lettura di microCREDITO locale: SE NON ORA QUANDO?